E' nel piccolo giardino della scuola materna che l’ho scoperto.
Ho scoperto che esiste un posto dove qualcuno insegna qualcun altro a pensare.
Una bimba e una adulta. Una scolaretta e una maestra.
Lei, la bimba, egiziana, coi capelli intrecciati in due file nere intorno al piccolo capo, cammina verso l’adulta, la maestra, sportiva, disinvolta, attentissima a tutto.
“A cosa devo pensare?” le dice quasi distrattamente la piccola Zaineb.
“A quello che e’ successo prima…”replica con paziente lentezza Marina, la maestra.
Con il suo grembiulino a quadretti gialli la bambina si allontana, camminando leggera sulla punte dei piedi, seguita dal mio sguardo incuriosito e interrogativo.
“Dove va?”
“A pensare…” mi sorride Marina
“Ma dove?”
“Nel luogo dove si pensa” risponde con naturalezza
Ho scoperto che esiste un posto dove qualcuno insegna qualcun altro a pensare.
Una bimba e una adulta. Una scolaretta e una maestra.
Lei, la bimba, egiziana, coi capelli intrecciati in due file nere intorno al piccolo capo, cammina verso l’adulta, la maestra, sportiva, disinvolta, attentissima a tutto.
“A cosa devo pensare?” le dice quasi distrattamente la piccola Zaineb.
“A quello che e’ successo prima…”replica con paziente lentezza Marina, la maestra.
Con il suo grembiulino a quadretti gialli la bambina si allontana, camminando leggera sulla punte dei piedi, seguita dal mio sguardo incuriosito e interrogativo.
“Dove va?”
“A pensare…” mi sorride Marina
“Ma dove?”
“Nel luogo dove si pensa” risponde con naturalezza
(In quel giardino, tra scivoli colorati e altalene nell'erba, ogni luogo dove ci si possa sedere sembra diventare un "luogo per pensare". Zaineb, con zelo sembra prendere con molta serieta' quel compito: si siede sul piccolo davanzale della porta-finestra, accavalla i piedini protetti dalla scarpette rosse da ginnastica, fissa un punto lontano chissa' dove, e...pensa!)
Io sono incantata.
Se avessi un figlio o una figlia vorrei che a prendersi cura della sua educazione “scolastica” fosse una donna come Marina. Lontana dal cliché della maestra che dà i compiti alla lavagna, Marina punta su quell’altro aspetto del “compito”: il rispetto verso noi stessi, la condivisione, lo stare con gli altri.
“Ma perche’? Avete dei luoghi dove i bambini pensano…?” dico sorridendo (e pure divertita da questa cosa)
“Certo! – replica calma con la sua particolarissima erre – anche in classe abbiamo “la sedia per pensare”….”
“Eh?”
“Certo…Sopra c’e’ scritto…”IO – PENSO”….”
Stupita.
Io sono incantata.
Se avessi un figlio o una figlia vorrei che a prendersi cura della sua educazione “scolastica” fosse una donna come Marina. Lontana dal cliché della maestra che dà i compiti alla lavagna, Marina punta su quell’altro aspetto del “compito”: il rispetto verso noi stessi, la condivisione, lo stare con gli altri.
“Ma perche’? Avete dei luoghi dove i bambini pensano…?” dico sorridendo (e pure divertita da questa cosa)
“Certo! – replica calma con la sua particolarissima erre – anche in classe abbiamo “la sedia per pensare”….”
“Eh?”
“Certo…Sopra c’e’ scritto…”IO – PENSO”….”
Stupita.
Rincuorata.
Fino a che ci saranno maestre come Marina che avranno voglia e fantasia per dare ai bambini di una scuola materna il senso del Pensiero, la sua importanza, la necessità di fermarsi “a pensare” anche quando si e’ “così piccoli”…mi fa sorridere, mi fa stare meglio e mi riempie di speranza!
Fino a che ci saranno maestre come Marina che avranno voglia e fantasia per dare ai bambini di una scuola materna il senso del Pensiero, la sua importanza, la necessità di fermarsi “a pensare” anche quando si e’ “così piccoli”…mi fa sorridere, mi fa stare meglio e mi riempie di speranza!