venerdì 26 dicembre 2008

Knocking on Heaven's Door

Giravolte, in bianco e nero.

Rallenta. Riprende. Volteggia su tacchi vertiginosi.

Scossa nel corpo e negli occhi di chi guarda. Bussa ondeggiando.

Ondeggia coi fianchi con i capelli.

E' tutto un cerchio. L'hoola-hop i suoi seni i glutei.

Tutto tondo.

Bussa alla porta del Paradiso.

Ognuno lo fa a modo suo.

Ad alcuni piace farlo a passo di danza.

martedì 16 dicembre 2008

Buon compleanno, Pà.

Come allora...Ciao Papà, buon compleanno.

martedì 25 novembre 2008

I colori di Franca Battistella

Prendi una manciata di colori, tienili nel palmo della mano a riempirsi di calore, poi mischiali, falli saltellare tra le dita e infine lanciali in alto e lasciali danzare nell’aria. Alza lo sguardo lassù e fissa negli occhi e nella mente ciò che vedi.
Se non hai fatto in tempo a memorizzarlo...non importa!

Quel momento è nei quadri di Franca Battistella: ritroverai quell’istante magico sospeso nell’aria, lì, intatto come l’avevi lasciato.

Franca Battistella è nata in un giorno d’inizio estate e a questa stagione ha rubato l’insaziabile voglia e l’ordinata follia del giocare coi colori.
Sembra prenderli a caso: rosso, giallo, blu, arancione, verde, azzurro, lilla...per poi buttarli sulla carta come coriandoli nel vento. Ma, guardandoli da vicino, quei pezzetti di colore li scopri incastonati come pietre preziose in un gioiello dalle forme precise, collocati in un ordine esso stesso ben preciso, come se ognuno di essi potesse stare lì, in quello spazio, e soltanto in quello!

I quadri di Franca Battistella realizzati su carta e in prevalenza con acquarello (usato in modo personalissimo) assomigliano a frattali evoluti, concepiti non da una funzione matematica, pur se disposti in modo rigoroso, ma da un istinto primordiale, emotivo.
Un istinto felice.
Nei giochi di colore dei suoi quadri pare mettervi la luminosità del suo stesso sguardo vivace che, sono certa, è identico a quello che aveva da bambina.
E sembra divertirsi proprio come una bambina con la luce, il colore e la forma, tanto da azzardare a mescolarli all’oro puro per creare degli splendidi ed unici gioielli preziosi: bidi bibodi bibum!
Con la carta e l’acquarello o con l’oro e la matita...la magia è fatta!
Franca Battistella espone a Borgaro Torinese, dal 29 novembre al 16 dicembre 2008 presso Sala d'Arte Curcio, in via Lanzo 181.
Inaugurazione della mostra “ALLEGRO MA NON TROPPO” sabato 29 novembre, ore 18.

La più amata dell'Isola

Lo so, un Post alternativo, commerciale, superficiale ecc...ecc...
Ma mi piace tanto Luxuria.
Mi ha conquistata.
Mi hanno conquistato la sua forza, la sua signorilità, la sua autentica femminilità.
Tutte tenute strette da una intelligenza vivace e schietta e da un grande senso dell'ironia.
Brava Vladimir!
Vincitrice dell'Isola dei Famosi 2008.
(che si mettano l'anima in pace quelli del premio 'Trash spazzatura' delle Netturbiadi - i Giochi Olimpici degli operatori ecologici).
Notizie e curiosità ben raccontate su Repubblica.

sabato 1 novembre 2008

E' tornata...

Mesdames et messieurs, ladies and gentlemen, signore e signori....
SABINA GUZZANTI!


venerdì 31 ottobre 2008

DALLA PAZZiA ALLA PiAZZA








Sono una donna sanguigna, m'infervoriscono le discussioni e, davanti ad esse, non sono certo una che si tira indietro. Non mi spaventano le voci grosse e le urla. Uso le une e le altre spesso senza neanche rendermene conto. Aggredisco. Non riesco a valutare il "vivi e lascia vivere" se non come l'incapacità di reagire agli eventi rumorosi che per loro natura portano con sé diverbio, attrito, discordia...

Ma c'é il limite.
Invalicabile.
Limite che oggi sembra aver spostato i confini molto più in là di ogni ragionevolezza, di ogni logica.
Quella di oggi è una storia di Violenza, di Stupidità, di Sopruso, di Vigliaccheria, di Sdegno (chenonèmaiabbastanza).
Che deve scuotere le anime.

Quella di oggi é una storia di violenza narrata ordita da parole che hanno il fiato pesante e sgradevole.
(Perché le parole di Francesco Cossiga non hanno inorridito tutti?)
Leggile, postate da articolo21
Ascoltale: nel video sopra...
E la violenza é vigliacca, é bastarda, é purtroppo un combustibile estremo, che innesca altra violenza.
Difficile trattenere la rabbia e la voglia di reagire.
Ecco l'articolo di Curzio Maltese, da Repubblica.it
e, sopra, il video di LAREPUBBLICA, in cui il giornalista racconta ciò che ha visto...

martedì 21 ottobre 2008

Il gusto della sostenibilità a Torino

Tornano a Torino dal 23 al 27 ottobre 2008,
il SALONE INTERNAZIONALE DEL GUSTO
(al Lingotto Fiere e Oval) e
TERRA MADRE
( al Oval e PalaOlimpico - Isozaki)

In questa edizione, la vera novità è la riduzione dell'impatto ambientale della manifestazione.
Dicono gli organizzatori: "L’obiettivo del progetto, inserito nel programma di Torino 2008 World Design Capital, è la progressiva riduzione dell’impatto ambientale delle due manifestazioni, che svilupperanno nuovi scenari sostenibili di consumo e di gestione degli output (ad esempio gli scarti), rendendoli utilizzabili per altri processi e conferendo loro un nuovo valore economico".
Il Salone del Gusto e Terra Madre 2008 sembrano continuare così il loro cammino evolutivo, ribadendo quel ruolo innovatore e quella funzione educatrice che hanno manifestato sin dalla loro prima edizione.
-Leggete qui il progetto
Info e aggiornamenti del programma:
Tel. 0172 419 611
http://www.salonedelgusto.it/

martedì 14 ottobre 2008

DIECIMILA!!!


Raggiunto e già superato il traguardo dei DIECIMILA VISITATORI!
Una scatolina, questa, resa piu' grande e spaziosa dal vostro esserci.
GRAZIE di CUORE

domenica 12 ottobre 2008

INDIANS


Ed ecco il nuovo spettacolo, dal titolo INDIANS, dall’ultimo lavoro letterario di Fabrizio Frassa, artista poliedrico che riesce a stupire coi suoi testi, ricchi di introspettiva ricerca di verità nascoste, fuorvianti per indole umana e ingannevoli per la medesima umanità, sempre in bilico tra dubbi interminabili e pronte soluzioni.

In questa nuova opera Fabrizio Frassa dà voce al popolo rosso, gli Indiani d'America,attraverso tre personaggi, tre istanze diverse, anch'esse, com'e' nella natura umana, scomodamente assestate in antri di dubbi, di pietose bugie in cui credere per sopravvivere e, di nuovo, l'umanità che esorta, che consola e che redarguisce, saggia e pietosa, imperturbabile e commovente.

INDIANS è la voce di un giovane indiano, figlio del popolo rosso, combattuto tra la spinta occidentale del suo tempo e la ricerca delle sue radici, strappate dall'uomo bianco dalla sua terra e trapiantate in angusti spazi di riserva, entro limiti e confini che mai aveva veduto prima: “...io lo giuro..mai ho veduto quella linea sottile e diritta che l'uomo bianco chiama frontiera...Mai!”

INDIANS è anche la voce di un guerriero, nelle cui vene scorre il sangue dei suoi avi massacrati "dalla mano sacrilega dell'uomo bianco... che viola le tombe e strappa i corpi dei propri antenati al sonno dell'eternità per metterne in mostra i poveri resti mortali...", un guerriero che vuole dare senso alla propria esistenza solo per poter vendicare il suo popolo.

INDIANS è infine la voce di una donna, una madre, una figlia di un popolo che non è morto e che non morirà mai, perché il popolo rosso come quello bianco è figlio dello stesso Dio, entrambi appartengono alla terra, loro Madre, e al Cielo, loro padre, in quel disegno più grande e assoluto del Grande Mistero, che "...non si cura delle misere faccende degli uomini...", ma provvede a perpetuare, infine, la vita, quella degli alberi, dei fiumi, dell'erba, degli animali e degli uomini.
"E cos'è mai l'uomo senza gli animali, senza l'erba, senza l'albero?...Tutte le cose sono collegate tra loro: come il sangue scorre nelle vene di una stessa famiglia così esso scorre nelle vene di tutti gli uomini della terra..".

Da un progetto di IT.ART, in collaborazione con "LABOTTEGADELTEATRO" e con "BLUE ROADS", domenica 19 ottobre, alle ore 21, è in scena a Caselle Torinese, nella Sala Cervi, INDIANS, di Fabrizio Frassa,

Interpreti: Loredana Bagnato - Livio Vaschetto - Antonio Zappia.

Musiche di Alessandro Umoret
Esecuzione brani musicali:
Alessandro Umoret, tastiere, percussioni e flauto
Danilo Dugaro, chitarra
Nat Condello, batteria
Tony Sabatucci, Contrabbasso

Scenografia: Franca Battistella
Luci e audio: Antonio Sabatucci
Regia: Fabrizio Frassa

venerdì 26 settembre 2008

Amore - Sempre e Per Sempre

A volte c'è bisogno di dirlo, quell'Amore che fa sentire migliori. Quell'Amore che si prende cura di te e, spesso, non chiede nulla in cambio. Quell'Amore che "come stai?" diventa la domanda più bella della giornata.
A volte c'e' bisogno di dirlo, che quell'Amore è la cosa più importante, in questa vita che sembra solo, in fondo, arrotolarsi nelle giornate, col sole o la pioggia, da sole o in compagnia, su se stessa, come un tappeto di plastica.
A volte c'e' bisogno di dirlo, a quell'Amore, che senza di esso il tappeto di giorni e notti, per quanto pieni di luce e poche ombre, sarebbe solo un tappeto di plastica di giorni e notti.
A volte ho bisogno di dirlo, che l'Amore è il motivo dei miei sorrisi più liberi e pure quello piuttosto idiota di questo momento, mentre lo scrivo!

giovedì 18 settembre 2008

Tribute to Zitella's sound and Piscioscio. Special guests: Teresa & Friends. Complice un mare meraviglioso.

Dal Piscioscio alla vita di tutti i giorni. Non e' stato facile. Anzi, non è facile!
Ho ancora la sagoma svolazzante delle frange dell'ombrellone disegnata nei miei occhiali, mentre Teresa soprannominata "rosannacancellieri" (per il suo modo cosi' impostato di snocciolare con dizione piucchepperfetta!) , mi indica la strada piu' breve per descrivere cio' che vediamo. Usando il dialetto, per l'appunto. E "piscioscio" fa parte di quel lessico immediato che ho appreso nei languidi pomeriggi pugliesi, sotto al sole dispettoso della Controra, che ci guardava, pero', con simpatia visto che eravamo le sole a gustarcelo con allegria.
Noi e quel tizio li', quello del Piscioscio, appunto...
Ho avuto anche modo di capire, forse (ma mi appello ai piu' autorevoli accademici, magari della Crusca...), l'origine del nostro settentrioneggiante dire "Che pizza!" , credendo magari di essere raffinati quanto basta per non dire....di peggio! Provate a domandare cos'è la "pizza" in quel di Puglia! Non è...diciamo, da "raffinati"! Provare per credere, miei cari!
E se non vi bastano le mie parole, provate a guardare in quell'acqua trasparente del mare...Sul fondo, tra gli scogli e la sabbia, troverete le cosiddette "pizze marine". Indovinate come sono. Non vi dico altro.

Volgo lo sguardo verso Teresa che conta le conchigliette nella manciata di sabbia che ha tra le mani...E continua con il suo lessico autoctono, in parte, come mi confermeranno gli altri, improvvisato, tra il reale e la sua fantasia vivace...Struncajone, strafajone, stuetico, scarcagnulu...E quando dissi: "Ma anche voi avete caldo?" - lo so, domanda sciocca detta al 16 d'agosto in pieno meridione d'Italia, con circa 40 gradi...- la oramai MaestraTeresa incalza con il suo: "..:Eh si', c'e' faugna...".
Eh???

La faugna e' quel caldo che ti si appiccica sulla pelle senza quasi lasciarla respirare...Se dicessimo "Afa", che e' lo stesso, non rende...La Faugna sembra gia' un animale mitologico che, con alito bollente, sottrae l'aria a noi comuni mortali, strappandoci l'anima! (meglio se lo pronunciate con la U molto luuuuuuga!).

Fortuna che giorni di faugna non ne ho patiti piu' di un paio. Il cielo, il mare, quella brezza costante sulla pelle, tra i capelli, i sorrisi della gente, le risate delle amiche e degli amici, hanno reso meravigliosa una Terra che certamente non aveva bisogno di presentazioni ulteriori, e che a me si e' presentata con tutta la sua prepotente selvaggia bellezza.

E poi...poi il rientro.
Non facile. Tra nubi minacciose di pioggia, di questo norditalia sempre sull'orlo di una crisi di pianto, non e' stato facile.

Ce fueco!

Un abbraccio pieno di gratitudine, per giorni indimenticabili, a tutti quei sorrisi che ho incontrato, in serate sotto le stelle, danzanti tra tamburelli e violini, tra frenetici salti e giravolte di gambe giovani e snelle, di quelle piu' sapienti delle anziane donne e di quelle dei bambini attenti ad imparare... Suoni odori volti sorrisi che mi hanno innamorata, vorticosamente, trascinandomi inesorabimente nella bolgia, senza avere il tempo di imparare, senza pensare, proprio come quando si vive una forte passione, trascianata dalla zitella assieme a tutti gli altri, come tutti gli altri!
Che meraviglia!


venerdì 5 settembre 2008

La differenza paga









Da una semplice quanto geniale idea è nato un grande progetto. Si chiama RECOPLASTICA e consente di tradurre in denaro i nostri rifiuti riciclabili.
Il primo in Italia, a San Gillio, in Piemonte.
Un modo intelligente per premiare l'impegno dei cittadini e migliorare le nostre vite. Guadagnando.
Scusate se e' poco.
Come segnala Jonathan "...Il meccanismo è abbastanza semplice: i cittadini che fanno la raccolta differenziata possono portare i sacchetti all’Ecopunto (è questo il nome del negozio) dove vengono pesati e pagati secondo le quotazioni di mercato. Approssimativamente, si ottengono circa 50 centesimi per un chilo di alluminio, 20 centesimi per il ferro, 18 centesimi per un chilo di polietilene e 5 centesimi per la carta. Una volta venduti, i rifiuti vengono compattati ed inviati alla Recoplastica.L’idea ha suscitato molto interesse tanto da trasformarsi in un franchising ed in ottobre verranno aperti altri due negozi in provincia di Torino, a San Gillio e a Santena. E’ inoltre intenzione di Recoplastica aprire altri 50 negozi in tutta Italia entro il 2009...".
Una volta queste cose le leggevo solo su Topolino, nelle improbabili avventure di Paperone!

mercoledì 3 settembre 2008

Se n'è andata l'anima dei Blues Corner


Arriva la telefonata di Tonino.
Poi la mail di Livio, quella di Carlo.
Stessa tristezza e identica incredulità per la scomparsa di Roberto "Ugola"Ugolini.

Io l'ho sentito cantare, Roberto, assieme ai Blues Corner.
Erano un gruppo davvero affiatato e squisitamente professionale.
E Roberto, anima del gruppo, era brillante, divertente e a tratti riservato.
Ecco il loro sito.

martedì 12 agosto 2008

Amiche e amici Buona Vacanza!

A tutti voi che avete ogni volta una parola per arricchire questa Scatolina, un caro saluto e un arrivederci. Vi abbraccio tutti e aspetto di leggere le vostre nuove parole, i vostri nuovi pensieri, il vostro semplice vivere. Grazie!
(in ordine alfabetico)
artista buenaonda carlo dona francesca giulia jonathan libero81 marco melanzina melogrande patrizia pollon santa

e a tutti "quelli di passaggio" che si fermano per una sosta evvia! Grazie a tutti voi. Io da parte mia, vi mandero il saluto di questo meraviglioso mare!

domenica 10 agosto 2008

Bacio

"ti mordo le labbra...cosi'"
"ahi!"
E una gocciolina di sangue scende.
La raccoglie sulla punta dell'indice e va verso la finestra aperta.
"Ecco - dice disegnando nell'aria un ampio semicerchio -. Il tuo colore rubino disegna per me l'arcobaleno piu' acceso"
E la striscia carminia proveniente dal suo labbro carnoso e ferito era li', ora, nel cielo. Accesa come il raggio del sole al tramonto.
"baciami ancora".


mercoledì 6 agosto 2008

Pasquale: un Cavaliere d'altri tempi

Sono passati molti anni, da allora, ma quando penso al volto di Pasquale, il rimando e' sempre lo stesso: un sorriso. Sono passati secoli, da allora: erano "allora" i tempi delle rivoluzioni, di Democrazia Proletaria, di protesta, di clark ai piedi e giacchetta scozzese sulle spalle. Non ne capivo molto di politica ed ho continuato a non capirne molto. Ma quel sorriso di Pasquale mi era rimasto impresso piu' di altri. E la sua Politica aveva il sapore della "battaglia da vincere". Sempre.

Me lo ricordo, Pasquale, a distribuire volantini a qualunque ora del giorno o della sera (quanta energia!), per non far chiudere la scuola serale, l'unica della provincia. Me lo ricordo eccome, a farsi carico dei problemi dell'ex Ipca, dei disabili, delle minoranze...Quanto era curioso, quel ragazzo. Sembrava appartenere a tutti. Sembrava dovesse "d'istituzione" occuparsi di tutte le malefatte del mondo e andarle a risolverle. Quando un cognome e' una garanzia, eh! Proprio un vero Cavaliere, paladino degli oppressi, dei diseredati, derelitti. Quanta gente potrebbe dirgli "grazie"?

Una singolare circostanza, per me, e' stata quella di occuparmi del mio primo articolo di giornale, parlando dell'Ipca, la fabbrica della morte, e del convegno organizzato da Pasquale Cavaliere e i Verdi. Anni dopo, il mio primo servizio radiofonico...l'annuncio della morte di Pasquale. La casa che e' stata dei miei genitori e nonni, al loro arrivo in Piemonte, ormai decadente e pericolante, e' stata abbattuta...Al suo posto un giardino con due panchine. Dedicato a Pasquale.

1999. Cordoba. 6 agosto
Una morte avvolta dal mistero. Dall'incredulita'. Dallo sgomento.
Ancora oggi un enigma da sciogliere e una pace che non c'e'. Perche' se da una parte c'e' la voglia di capire come Pasquale sia morto, dall'altra, l'ipotesi del suicidio lascia sgomenti ancora di piu' i suoi amici, i suoi sostenitori, per non aver saputo riconoscere, in quel sorriso, le tracce della sua stanchezza di vivere.

Pasquale:
A me piace ricordare il tuo sorriso. Lo lego agli anni della mia adolescenza, quando mi domandavo perche' una persona dovesse avere a cuore le sorti di molti sconosciuti, come facevi tu...

Questa mattina leggo il post amico di Jonathan nonsolocaselle.com, e ritrovo quel sorriso. Del post di Jonathan copio la lettera che Pasquale aveva scritto ai suoi amici, lettera che per molti e' stata presagio e prova di cio' che e' accaduto poi...A me piace pensare che Pasquale, com'era sua abitudine, sia in qualche parte del mondo a "risolvere la situazione".
Lettera
"Carissimi amici,come diceva Alex i pesi a volte diventano insostenibili ed io, anche senza accorgermene, sulle spalle ne ho accumulati molti.La nostra generazione ha sperato troppo e troppo pesante è stato farci carico di questo.Abbiamo mischiato gli affetti alla politica e spesso, molti di noi, non riescono piu' a sbrogliare questa matassa di sentimenti e di amori irrisolti.Ci siamo voluti bene, ed io con voi sono stato privilegiato.Non nutro rancore con nessuno e spesso capita che per persone come noi, a volte, non possono esserci soluzioni normali.Un abbraccio a tutti. Pasquale."
http://www.gruppoabele.org/Stampa.aspx?idrassegnastampa=189
http://www.marcotravaglio.it/articoli/190804.htm

( un suo intervento) http://www.radioradicale.it/argomenti-av/cavaliere

lunedì 4 agosto 2008

Sara' niente in confronto all'eternita'...

...ma proprio non sopporto quando sento in radio, in tv, per strada dire cose come:
"...Abbiamo parlato CHE..."; "...questo libro parla CHE...".
Ma non fa male anche alle orecchie?
La citazione:
"Amo molto parlare di niente, è l’unico argomento di cui so tutto."
Oscar Wilde

martedì 22 luglio 2008

..e se ci fosse il mare...

Giornate lunghe, quelle d'estate, che si riempiono con mille cose da fare, ma soprattutto, con mille e piu' desideri di fare, di viaggiare, di creare cose nuove. Come se il potere del sole si manifestasse proprio nel cedere il passo alla creativita' e all'evasione. In estate i ritmi cambiano. Negozi aperti e chiusi, nella normalita' di questi giorni. Gli orari sfasati dal caldo e da una pigrizia che non consente frenesie. Se non quelle di inventarsi progetti nuovi. Voglia di fare. Di dire cose nuove. Di leggerne, di nuove cose.
Voglia di buoni pensieri, piu' che di buoni propositi. A quelli non ho mai creduto. Voglia di parole leggere, di pensieri leggeri, di sorrisi leggeri, di sguardi leggeri, di attenzioni leggere. Voglia di "galleggiare dolce in questo mar".
boomshine, nelle attese.
(foto di GIUPIL)

domenica 13 luglio 2008

PremiAZIONE

Da una sorpresa di Melogrande che ha voluto omaggiare questo blog e farmi davvero un gradito regalo. Un altro regalo che va ad aggiungersi ai pensieri e alle emozioni quotidianamente regalate e trasportate dalle sue parole, trascritte all'ombra del suo magico albero. Grazie davvero!


PER CHI RICEVE IL PREMIO, questo è il regolamento:
1) scegliere 5 blog che si considerano meritevoli di questo premio, per creatività, design e materiali particolari utilizzati, e che diano un contributo alla comunità dei blogger, indipendentemente dalla lingua!
2) ogni premio assegnato,deve avere il nome dell'autore e il collegamento al suo blog, così che tutti lo possano visitare;
3) ogni premiato deve esibire il premio e mettere il nome e il collegamento al blog di colui che ti ha premiato;
4) Il premiato deve mostrare il collegamento con il blog ARTE Y PICO che ha creato e diffuso questa iniziativa http://arteypico.blogspot.com/
5) pubblicare le regole.

Ho scelto quelli che seguono per affetto, per similitudine, per sensibilita, per gentilezza e per la poesia, l'ironia, la forza, la simpatia, espressi ogni volta che faccio un click dentro quegli spazi, con parole ricercate, semplici, gradevoli come tutto il resto. Se potessi aggiungerne altri, per mille altre ragioni, certamente ne troverei. Ma questi, con Melogrande, sono davvero i miei compagni quotidiani. Per me e' la restituzione di una condivisione.

I miei segnalati sono (in ordine sparso):
http://24fotogrammi.wordpress.com/
http://melanzina.wordpress.com/
http://carlodreams.wordpress.com/
http://www.francescabertoldi.com/
http://withoutpretences.wordpress.com/

lunedì 7 luglio 2008

Dolce da far male

Dolce e straziante, commovente. Una lettera di gloriapoetry@yahoo.it che Umberto Galimberti ha pubblicato nella sua rubrica su La Repubblica delle Donne, di sabato 4 luglio.
"Ce l'ho fatta - pensai. Mia figlia, ventun anni, adulta, universitaria con ottimi voti, sportiva, indipendente, socievole, allegra. Viaggiava, nei periodi di vacanza, con le sue amiche, per l'Europa. Poi la notizia, orribile. Roberta, a casa del padre per un breve periodo, si era messa a urlare, era scesa per la strada in- veendo contro tutti i passanti. La portammo da uno psichiatra, che le fece un'iniezione. Dopo pochi giorni iniziò la terapia psicanalitica.Le proposi un viaggio. Andammo a Nizza, Cannes, Saint-Tropez, in tutta la Provenza. Ma non vedeva niente. I medicinali che assumeva la rendevano apparentemente tranquilla, ma indifferente ai rapporti sociali e ai paesaggi. Tornata a casa mia, scrostò la vernice delle pareti, alla ricerca di microspie, telecamere. A quel punto interpellai un noto psichiatra napoletano e studioso del linguaggio schizofrenico, che gestiva una comunità con il suo staff. Mi disse che sarebbe anche migliorata, ma di poco. Ma una delle sue assistenti mi avvicinò e mi disse: "Perché la sconvolge tanto la malattia di sua figlia? Faccia una cosa: giochi con lei". Seguii il suo consiglio: giocavamo a domino, scarabeo, nascondino, shangai, ma si stancò ben presto. Allora uscivamo ogni giorno, per la spesa, per le vie di Napoli, per andare al bar.Per quindici anni siamo andate avanti così. Avevo lasciato il lavoro di editing, di compilazione di antologie, e di insegnante. La vita continuava così, né troppo sgradevole, ma priva di allegria e con lo stesso ritmo. Questo le dava un po' di tranquillità e sicurezza. Ma non sopportava più la città, i motorini, i nostri "scugnizzi" che le sembrava inveissero contro di lei. Cercai una casa fuori Napoli, sul mare, e ci andammo con i nostri cani e la gattina, che Roberta ama tanto. Intanto, faticosamente, con voti bassi, ma con una bella tesi di laurea, in cui era stata aiutata da me, si era laureata. Poi il diploma di istruttrice di nuoto. Ogni giorno l'accompagnavo a Napoli, in piscina, per fare pratica di addestramento ai bambini. Non ce la faceva più. Non era in grado di prendere impegni a lunga scadenza. Adesso siamo molto sole, ma Roberta sta meglio. È sempre carina, curata nella persona, intelligente, mantiene pulita e ordinata la sua stanza, legge, vede film al cinema e dvd, esce con me, o anche da sola per un caffè, per comprare un abito o una maglietta. Viene in vacanza con me. Questa è la mia vita, questa è la sua vita.Oggi, che sono gravemente ammalata, si pone più perentoriamente il problema del suo futuro. Infatti il padre non sopporta di vederla più di tre o quattro volte all'anno; il fratello convive con una giovane donna, che non vuole farsi carico di Roberta. E mia figlia, dolce, carina, il mio angelo spazzacamino avrà da me una casa e il 60 per cento della mia pensione. Ma ha bisogno di affetto. È contenta della sua piccola vita, dei suoi affetti, della sua cameretta. È poco, lo so. Ma l'importante è che non sia infelice. Da sola non saprebbe stare, soprattutto tutta la giornata. Con altre persone, più gravemente disturbate, regredirebbe e starebbe a disagio. Ora non so che fare. I pensionati, tenuti da religiosi, chiedono cifre troppo elevate per ospitarla e sono rari. Le comunità psichiatriche ospitano persone con disagi più evidenti, con cui non saprebbe stare. Cerco su Internet, vado in giro per l'Italia, ma non trovo niente per il mio angelo che vola raso terra, che cura le sue cose, che ascolta musica. Che aiuta anche in casa nei lavori domestici. Non c'è nessuno più dolce e più tenero di lei, se si sente amata. Non so che ne sarà di lei, senza affetti, senza sorrisi, senza alcuno stimolo mentale ed emotivo. Manca di iniziativa. Fa spesso test che misurano il quoziente intellettivo e ottiene sempre il massimo della valutazione. C'è una soluzione per lei, quando non ci sarò più? Basta un po' d'affetto, un po' di dolcezza e Roberta fa tutto. Ma c'è posto per questi angeli nel mondo? Un sogno: qualcuno ci verrà a prendere con gioia, con tenerezza, e ci porterà non so dove, ma in un posto dove potrà stare tranquilla.Everywhere, but not in this world".
Galimberti ha scritto:" Non lo faccio mai, ma questa volta ho ritenuto opportuno lasciare a lei tutta la pagina perché il suo racconto di dolore e di amore, che si acuisce quando la vita di chi cura si fa più incerta della vita di chi è curato, penso descriva una situazione molto più diffusa di quanto si supponga. Grazie a Dio i manicomi sono stati chiusi, ma i servizi di salute mentale, così come sono oggi, non sempre garantiscono, per incuria, trascuratezza, indifferenza, per la paura che la società ha della diversità che ospita, un'adeguata assistenza.E allora voglio che questa sua lettera giunga a persone, strutture, servizi che, al di là del denaro e delle procedure burocratiche, sappiano darle un filo di speranza per la sua figliola, e anche per lei per non farle concludere, come conclude la sua lettera, con quell'espressione inglese che ripone la speranza ovunque, ma non in questo mondo.".
Io l'ho messa qui. Per chi ha voglia di dare continuità ad una richiesta piena di umanità, di dignità, di dolcezza, davanti cui non si può stare zitti.

lunedì 26 maggio 2008

These boots are made for walking...Ma anche l'auto!

I tergicristalli che ripetono incessanti la loro corsa, in quello spazio ristretto del parabrezza che sembra renderli nevrotici. La pioggia, compagna di questa manciata di giorni di fine maggio, ha restituito al cielo un'improbabile luce ottombrina e un clima invernale. Acc! Quanta umidita' in casa! Ma in auto, con quel cadenzare indefesso dei tergicristalli , anche la pioggia ha il suo contesto incontestabile: "...sulla Roma Tiburtina, al Km...Superstrada chiusa al km...Riaperta l'uscita Castel...Incessanti piogge che interessano il Nord Italia, in particolar modo Piemonte e Lombardia...". La radio accesa mi fa procedere come se io fossi in una navicella spaziale e il mondo fuori e' li' solo per essere osservato, con attenzione, quasi con cura.
La radio e un filo di riscaldamento, quanto basta a spannare un po' il vetro.
"Aumento della benzina, questa mattina sfiorato l'euro e 50 per gasolio e verde" "Liberazione chiede la grazia per la Franzoni...I bambini..." e quella voce cosi' inafferrabile: "ONDA VERDE" che pare essa stessa disegnare un'onda mentre la pronuncia: OoooooNdaaaa Veerdeee.
La radio mi fa sentire come una sua compagna di viaggio in un viaggio per l'Italia, e i pochi km che in realta' percorro attraversano tutta l'Italia!
E Nancy , intanto, ritma i tergicristalli che cadenzano la sua musica...Pioggia. Calore. Fine maggio. Interno auto.

venerdì 25 aprile 2008

"Sei Chiara come l'alba"

CHIARA
Il tuo sorriso lieve
i tuoi occhi d’azzurro leggero
solleticano il mio cuore
nel guardarti
e sorride la mia vita
nel tuo sorriso delicato.
Chiara come la mattina
prima del sole
Chiara come la schiuma del mare
prima della risacca
Chiara come un’idea
p
rima di dormire
Chiara come l’amore
che conforta del dolore del vivere
Chiara come l’amore
che dà voglia di vivere.

Con Amore, ProTIALori

giovedì 10 aprile 2008

Le parole mai interrotte di Libero83

Libero è chi non è prigioniero e non ha restrizioni.
La libertà è agire e pensare in piena autonomia, secondo le proprie scelte.
Si può lottare per questo? In un mondo perfetto...no. Perchè l'essere umano e la sua libertà sarebbero cosa sola.
In questo mondo invece si'. La condizione di sopravvivenza del nostro essere-proprio-come-siamo- dipende tutta dalla lotta per preservare, se non addirittura conquistare, la nostra libertà.
Alcuni ce la fanno. Altri s'impegnano strenuamente. Altri non se ne curano. Quest'ultimi sono gli stessi che rendono ancora piu' difficile il lavoro ai primi due. Glielo complicano con il loro menefreghismo nei confronti di tutti gli altri. Glielo vanificano con la strafottuta convinzione che Avere è meglio che Essere.
Ma alcuni dei lottatori ce la fanno, oltre ogni ostacolo, superando perfino loro stessi, oltre la loro vita...Radicati nel cuore di altri continuano una guerra, che e' una guerra senza sangue ma fatta col sudore della fronte e con le lacrime, con l'osservazione del mondo attraverso gli occhi degli altri -miseri, bambini, indifesi, emarginati -, una guerra di manifestazione, una guerra di appartenenza, una guerra per vivere, fatta anche per gli altri. Soprattutto.
Ci sono persone che lasciano orme profonde al loro passaggio. Sono i poeti della vita, quelli che cantano con rabbia se necessario la voglia di vivere liberi.

Quelli che quando passano lasciano alle loro spalle un buon profumo.
Buon cammino, LIBERO83.


(questo ban e' stato realizzato da www.scarabocchiodicomicomix.splinder.com per ricordare Alessandro Libero83, ad un mese dalla sua scomparsa. Grazie per l'invito, a StefanoMassa)

venerdì 28 marzo 2008

Cose di questo mondo.

Partorirà a luglio e diventerà padre.
Era una donna.
Legalmente è un uomo.
E' in sintesi la storia di Thomas Beatie. Era una donna. Una donna che si innamora di un'altra donna, scoprendo cosi' la sua omosessualità. Ma non solo quella: ha deciso di intraprendere la strada del transgender, con Nancy al suo fianco. Ora sono sposate. Dovrei scrivere sposati, perche' Thomas e' legalmente un uomo. La differenza tra lei e le migliaia di donne che nel mondo han deciso di cambiare sesso, e' che Thomas, il sesso, non lo ha mai cambiato. Ha modificato il suo aspetto in modo radicale - asportazione del seno, testosterone a dosi massicce che le/gli ha conferito un'indubbio aspetto maschile-. Ma l'apparato genitale non lo ha cambiato.
Perche?
Non lo so. Mi piacerebbe conoscere questo aspetto della "scelta a meta'" di Thomas. Mi piacerebbe pure capire che cosa, negli States, occorre per essere definiti legalmente uomini o donne.
La sua storia, Thomas l'ha raccontanta a Advocate.com, la rivista americana rivolta alla comunità gay, lesbica e trangender più famosa d'America.
Thomas e Nancy. Una coppia come tante. Almeno da fuori: un ragazzo e una ragazza che si amano. Il vicinato cosi' sembra vederli.
Thomas e Nancy desiderano diventare genitori.
Nancy - la donna legalmente donna- : a lei il ruolo che compete ad una donna. fare la madre.
Ma Nancy non puo' avere figli.
Il desiderio e' grande, come grande e' il legame tra i due coniugi.
Ed ecco che Thomas ha una straordinaria bacchetta magica.
Quella che nessun marito, anche il piu' strainnamorato potrebbe tirar fuori: "Ti faccio io il figlio".
Cinque mesi fa, la scelta. L'inseminazione, l'impianto.
A luglio Thomas e Nancy saranno genitori, ma non si sa ancora se Thomas potrà essere "padre" perche', malgrado legalmente uomo, all'anagrafe e' ancora Tracy Lagondino.
"La nostra situazione - (sua, di Nancy e del figlio che nascerà), dice Thomas Beatie durante l'intervista - è un territorio sconosciuto dal punto di vista legale, politico e sociale".
Mentre l'Oregon avra' il suo bel da fare per riempire quel vuoto legislativo che regolera' i rapporti tra i due genitori e il loro figlio, la famiglia Beatie dovrà invece ricucire i rapporti con un vicinato che sembrerebbe aver voltato le spalle ai due.
"Prima eravamo considerati una coppia normale - dice Thomas - ora non è più così".
Forse, in quella apparenza "normale" - un uomo e una donna (a chi sarebbe mai venuto in mente di...indagare piu' a fondo) - tutti, anche la giovane coppia, si sentivano rassicurati. La normalità. Tranquilla normalità.
Mi domando cosa sarebbe successo se avessero, da donne, manifestato il loro amore (in Oregon sembra esservi molta apertura a favore delle coppie omosessuali) e successivamente il loro desiderio di diventare genitori.
In questa "scelta a meta'" di Thomas mi sembra di leggervi paura. Paura di cambiare fino in fondo. Di non essere accettata. Forse paura di abbandonare (se quello non era il suo corpo e il suo stato) lo status di femmina/donna, non solo culturalmente, a favore di una transazione verso la nuova identita' maschio/uomo (mi domando se ha avuto accanto anche un terapeuta, durante i suo mutamenti...).
Ho come la sensazione che Tracy non abbia voluto diventare completamente Thomas, ma solo "sembrare Thomas".
Comunque, quella "scelta a meta'" che pure non contesto, anche se non me la spiego, oggi ha consentito la gravidanza.
(e se tutto questo e' vero...mi vien da dire "Previdente, la ragazza!").
La foto : a parte che conosco ragazzi con quello stesso tipo di pancia...Potrebbe pure essere un fotomontaggio...
Ad ogni modo, gli eventi (veri o presunti) sono sempre utili quando inducono alla riflessione e fanno pensare.
Molti hanno gridato allo scandalo. Anche i piu' lungimiranti hanno esclamato che "A tutto ci dev'essere un limite" (guardare i numerosi commenti ai blog...).
Eppoi il Vaticano. Alla Chiesa sembrano non piacere le "vie di mezzo". Ecco le parole del cardinal Javier Lozano Barragan, presidente del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari: "Non si può cambiare l’uomo in donna e viceversa. L’essere transessuale non va d’accordo con la morale cattolica e cristiana. È anzi contro la natura umana. L’identità umana è uomo o donna, ma niente di intermedio. Una cosa è la biologia, una è la morale. Secondo la biologia se questa persona era donna, è rimasta donna e a livello biologico può anche rimanere incinta e procreare. La natura segue il suo corso, indipendentemente dalle decisioni culturali. Questa persona ha adottato abitudini di un uomo, ma fisicamente è rimasto donna. Quello che ci preoccupa è la morale. E non si può cambiare il sesso dell’uno e dell’altro. È contro la natura umana e l’identità umana è o uomo o donna, ma niente di intermedio".
E' un problema, dunque, di identita?
E che cos'e', a questo punto, l'identità?

lunedì 24 marzo 2008

Libero davvero

Anche questo, credo, sia un modo per sconfiggere la morte: dare voce a chi di voce non ne ha più, prendere per mano un amico che non può piu' camminare, con la gratitudine di chi e' consapevole di aver ricevuto un dono, le parole già dette e i percorsi già fatti.
Un amico che ha lanciato un grido, prima di spegnere la sua voce, un amico che ha il Coraggio nel cuore, oltre il cuore, oltre il respiro. Chi è così e ha quel Coraggio che lo spinge Oltre, è davvero libero, proprio come ha saputo esserlo libero83.
Non lo conoscevo, ma poi ho letto le parole di Giuba47, nel suo post del 13 marzo che mi hanno condotto da lui, tra le sue cose, la musica e la "monnezza", la Politica e la giustizia, i film, i libri, gli autori, la voglia di vivere...
Ho scoperto, cosi', due persone Belle, di quelle che piacciono a me:testa e cuore, perfettamente in sintonia. Capaci di Parole. Consapevoli, come me, che le parole non sono mai ne' a caso ne' perse. Nel suo post Giuba47 (grazie Giuba47) mi offre l'occasione per ricordarlo: se la parola scorre ancora nessuno puo' davvero "morire per sempre".
Una parola è morta
Quando è pronunciata,
così dice qualcuno.
Io dico invece
Che incomincia a vivere
Proprio quel giorno

Buon viaggio, Libero83. A te, un sorriso: "Se l'amore è un frutto acerbi, io sarò il zucchero che da' quell'effetto che... mh, mh, eccetera eccetera.Se l'amore è un gioco, io sarò il punteggio che una persona... racchetta... eccetera eccetera.Se l'amore è un certo modo di fare, io sarò la persona squisita, eccetera eccetera.Se l'amore è il capo colorato, io sarò la lavatrice trentacinque gradi massimo.Se l'amore è un volo di gabbiano, ancora me la cavo.Se l'amore è un'altra cosa, non sono preparato. (Corrado_Guzzanti da L'ottavo nano, episodio 3)"

sabato 15 marzo 2008

ITALIA - SCOZIA 23 a 20

pam parararam parararam papà
.....papapapàpapappà pa pappà pa pappà papappà pappà!! Frateeelli d'Itaaliaaa!

Ecco, ogni volta che comincia mi viene il magone. E non dite che e' l'età perche' se fosse vero vuol dire che sono nata vecchia. Eh sì, fin da bambina, quando da qualche parte suonava l'Inno di Mameli, a me, nella mia pancia, veniva un crampo che sembrava trattenere i polmoni da dentro, farmi salire un groppo in gola tanto da aver bisogno di sfogarlo in almeno un paio di lacrimucce! Eh!
Così, guardare l'ultimo atto delle Sei Nazioni, l'incontro (incontro??) Italia Scozia, meglio Gladiatori vs Bravehearts, mi ha davvero emozionata! Non sono un'intenditrice di rugby, ma cavoli! Che passione, che lotta, che coraggio! Che liberazione la meta portata a segno da quella montagna di cuore e muscoli, all'anagrafe Gonzato Canale (sconosciuti fino a qualche ora fa...), che coraggio e sfrontatezza quel drop inaspettato di Andrea Marcato, che porta l'Italia in vantaggio nell'ultima manciata di secondi alla fine del match!
Che dire...Vedere un azzurro che corre con l'ovale attaccata, saldata al corpo, braccia mani corpi che tentano di fermarlo, e lui che continua a correre, si divincola, sfugge come un'anguilla, vola...Va correre anche me! Mi vien da dire "dai! Scappa dai dai! Corri!!!" e mi sembra di ritornare a quando da bambini si correva in casa attorno al tavolo per farsi prendere: l'idea che qualcuno ti corresse ad un passo, ma che dico? ad un palmo di mano....Fiuuu!Che strizza!
Ancora una cosa: il rugby, ma lo dico da assoluta profana, è piu' volte miracoloso!Intanto mette insieme dei fisici da paura, (CAPITANO) muscoli d'acciaio puro, e imponenti montagne di chili di grasso che qui non sono mai di troppo! Insomma grasso o magro, hai il tuo posto in squadra! Come diceva il "don Tarcisio " di MARCO PAOLINI "...non sai spingere...non sai montare, prega Dio deventar grasso...!" . Ma il miracolo più grande è verificare come da una mischia di gambe braccia piedi che scalciano mani sulle facce e fango e confusione...escano tutti intatti!Intatti! forse con un pantaloncino un po' calato da ritirare diligentemente su, un graffietto sulla fronte, la fascia che stringe i muscoli dell'avambraccio da risistemare...Tutto qui. Sorprendente.
(ed io che un tempo pensavo che i rugbisti - ma si scrive cosi?- se le dessero di santa ragione tanto da voler ogni tanto essere come loro per poter fare rissa senza punizione...)
E mi piace, infine, scoprire termini e azioni nuovi: oggi ho imparato: "Avanti". Non come verbo ma sostantivo. Gli Avanti dell'Italia. Sembrano quelli da una marcia in piu'. E spingono, e vanno, e trascinano, e guadagnano campo, e vanno....
Un incontro di rugby, concludo, deve per forza finire con una vittoria. Comunque vada: perche' sa di battaglia e non di guerra, sa di lotta e non di violenza, sa di cuore e non di sangue. E mi piace questo mescolare di personaggi che contro ogni aspettativa sono invece veri sportivi. Proprio come il pilone Ulisse Trevisin, “un incrocio fra un mulo alpino, un bue da tiro e un trattore Landini testa-calda: va in moto a spunto, lento, e poi tiene il minimo, ma con questo stesso ritmo lento ha una capacità di traino di sei quintali di avversari, vivi e resistenti” (Marco Paolini “Aprile ‘74 e 5, tra un campo di rugby e la piazza”).

venerdì 22 febbraio 2008

Una dedica gradita al cuore

ITACA
Se per Itaca volgi il tuo viaggio,
fa voti che ti sia lunga la via,
e colma di vicende e conoscenze.
Non temere i Lestrigoni e i Ciclopio Poseidone incollerito:
mai troverai tali mostri sulla via,
se resta il tuo pensiero alto
e squisita è l'emozione che ci tocca il cuore e il corpo.
Nè Lestrigoni o Ciclopi nè Poseidone asprigno incontrerai,
se non li rechi dentro, nel tuo cuore,
se non li drizza il cuore innanzi a te.
Fa voti che ti sia lunga la via.
E siano tanti i mattini d'estate che ti vedano entrare
(e con che gioia allegra) in porti sconosciuti prima.
Fa scalo negli empori dei Fenici per acquistare bella mercanzia,
madrepore e coralli, ebani e ambre,voluttuosi aromi d'ogni sorta,
quanti più puoi voluttuosi aromi.
Recati in molte città d'Egitto a imparare dai sapienti.
Itaca tieni sempre nella mente.
La tua sorte ti segna a quell'approdo.
Ma non precipitare il tuo viaggio.
Meglio che duri molti anni,
che vecchio tu finalmente attracchi all'isoletta,
ricco di quanto guadagnasti in via,
senza aspettare che ti dia ricchezze.
Itaca t'ha donato il bel viaggio.
Senza di lei non ti mettevi in via.
Nulla ha da darti più.
E se la ritrovi povera, Itaca non t'ha illuso.
Reduce così saggio, così esperto,
avrai capito che vuol dire un'Itaca.
Grazie AnnaS.
Di cuore.

domenica 17 febbraio 2008

Tutto in un sorriso.

Sto centellinando i ricordi. Frammentandoli in dettagli che non voglio dimenticare. Sarà per questo che tutti i giorni uno di essi riaffiora e mi proietta in un passato "passato", di quelli che non tornano. Di quelli che non tornano se non tenuti dolcemente per mano dai ricordi. Alla scoperta di papà, mi sono ritrovata a sorridere mille volte, e altre mille a piangere. A chiamarlo nel rimbombo vuoto di un silenzio triste da morire...Rivedo i suoi occhi, accesi nei miei mentre gli racconto la gag "Oh Tito tu t'hai ritinto il tetto ma tu 'nt'intendi mica tanto di tetti ritinti..." pronto a ridere di gusto!Ma d'improvviso rivedo la scena di me che nel silenzio plumbeo di quella notte, incredula dell'immobilità innaturale per il suo stile di papa', ho sollevato la sua palpebra per guardarlo ancora una volta negli occhi...Dove guardavano i suoi occhi? Perche' non mi sorrideva più? Perche' se n'era andato...E dove? Milioni di domande che si rincorrono da quel giorno..:Ti sei dimenticato di me. Hai dimenticato la tua bambina. Ora che non hai bisogno piu' di nulla non ti interessa piu' di nessuno. Salvo poi consolare con: parla con lui, arriverà vibrante nei tuoi pensieri, o a galoppo di una canzone che non t'aspettavi, o nel sorriso di un pensiero improvviso che ti rincuora...E' questo il suo modo di stare vicino a chi ama...Poi in casa, di nuovo da sola: rivedo le sue cose che ho ritirato dall'ospedale quella sera. Ogni tanto prendo il suo pettine (quante volte l'ho pettinato!Lasciavo però a lui gli ultimi tocchi, con quel suo modo di tirarsi indietro le ciocche morbide) e con titubanza lo annuso...E' pazzesco l'odore ancora vivo dei suoi capelli.L'odore dei suoi capelli e' ancora qui e lui non c'e' piu'. Come la scia di un aereo. Allora è successo davvero. In quei giorni ho sentito il bisogno di fare per lui un sacco di cose. Avevo voglia di dignità. L'accoglienza, in quel rituale di condoglianze che fino ad allora ho sempre ritenuto sciocco, di ogni persona che veniva a rendere omaggio a mio padre, raccolto in una compostezza che non aveva neanche una traccia delle sue sofferenze (era bellissimo!), mi sembrava un cerimoniale importante, profondo, un ultimo forte legame tra me e mio padre: Vedi, Lorella, quanta gente vuol bene a tuo padre? Ed io "Grazie infinite, papà vi abbraccia, di cuore" e gli abbracci e i baci sconosciuti li sentivo come se io fossi solo un veicolo e mio padre il destinatario. Li raccoglievo tutti, non trascuravo alcuna stretta di mano, mano sulla spalla, baci improvvisi e abbracci tra le lacrime. Anche quelle di un anziano signore che continuava a scomporre i capelli a papà, mettendogli la grande mano sulla fronte e chiamandolo per nome con una tenerezza infinta, o quelle di "mamma Rosa" la signora rumena che per 33 notti ha fatto compagnia a papà in ospedale, e che aprendosi un varco tra la folla, vicino a lui comincia a pregare, dicendo a voce alta "Ciao Mimo, tu sei siempre stato molto buono, tuo animo buono, tuti qui ti salutano e tuti diciamo per lui un preghiera...Padre Nostro, che sei nei cieli..." e poi in rumeno...Io ero molto fiera di papà, un uomo a volte brutale nei modi, a volte dolcissimo, d'una indipendenza che spero in parte resti dentro di me, d'una lievità di pensiero, leggero come piuma, malgrado le sofferenze degli ultimi tempi, quando non voleva restare solo, ma mai avrebbe ammesso di aver paura...E forse non ne aveva. Un giorno glielo domandai:"Papà, ma tu hai paura di morire?" Mi ha risposto con la stessa aria di quando gli domandavo se Ranieri aveva fatto bene a mettere in campo Iaquinta al posto di Del Piero...Un'alzata di spalle e "...No...Paura no. Lorè, è che sono...tanto stanco!" Allora cambiavo discorso e parlavo del mare. Laddove mi avrebbe portata. "Pago tutto io. Andiamo in un posto dove ci si arriva con l'aereo!". Ok, papà. Ci andremo al mare. Te l'ho promesso e lo faro', malgrado le mie paure che forse ora sai ancora di piu'. Ora che chissà da dove, sicuro dal centro del mio cuore, sotto la leva del pianto appena la gola si stringe..., sei lì che guardi con un sorriso.

Papà, quand'ero piccola ( e a volte anche ora), mi chiamava (in dialetto) Cuccilla i pipi i papà (seme di peperoncino di papà...Come perde sentimento, tradotto...) e mi teneva con lui spessisimo, portandomi in giro specie nei fine settimana: passaggio al bar a salutare i suoi amici (praticamente chiunque incontrasse!), poi al cimitero a portare i fiori, o alla domenica pomeriggio, al cinema, a vedere i film girati, come lo diceva lui "A cinecittà" tanto con enfasi che pensavo fosse un luogo magico ( e forse lo era davvero), oppure quelli epici, "Il colosso d'argilla", "Sansone e Dalila"... La cosa bella dei fine settimana con mio padre era la preparazione: tra i ricordi di allora, mio padre che di domenica mattina si fa la barba ed io accanto a lui. Lui, tutto profumato di bagno appena fatto, con la canottiera candida e l'immancabile orologio al polso, che riempie il pennello di schiuma e poi lo da' a me, per spalmarlo sul mio viso! Lui mi aiuta a stenderlo bene in ogni angolo, poi lui prende il rasoio (era di quelli con la testina che si apriva come uno sportellino e vi andava inserita la lametta vera e propria) e prima di mettervi la lama dentro si metteva di impegno e "mi faceva la barba" portando via dal mio viso quella schiuma pannosa e profumata. "Stringi la bocca di là", ora fai così, alza il mento...Ora sciaquati che anche io finisco!Dì a tua madre di prepararti che poi andiamo a prendere il gelato!"Mi voltavo felice a guardarlo nello specchio e lì, con un occhiolino, trovavo il suo sorriso. Tutto in un sorriso era il riflesso di mio padre...

Sento una ferita dentro al cuore che batte con esso. Sento un profondo amore per mio padre. Resto incredula perche' non sapevo di amarlo cosi' tanto.

Quando sei partito, padre mio, è stato come se morisse il maggior tronco della foresta. Allora un gran vento è passato sulle cime e uno stormir di foglie ha pianto la vita che si è spenta. Poi, lo spirito del tronco ha alimentato con più forte respiro la giovane selva che sfida il vento. Così la tua morte, padre mio, mi ha rivelato la saggezza di azioni, parole, silenzi. E invisibile mi hai ripreso per mano dando coraggio e fiducia al mio cuore…
Si vive sempre un poco vicino a chi abbiamo veduto morire, si muore sempre un poco con chi ci ha dato la vita. Ma non ci si separa mai completamente da chi ci ha soltanto lasciati un poco ad attendere quaggiù
” .

Ciao dolce Papà
Con amore, la tua "bambina" Cuccilla i pipi.