lunedì 4 novembre 2024

Gestione della società "Inferno"

Questo via via più disgraziato sistema sta creando delle mostruosità che, come vapore venefico, si stanno insinuando in ogni nostra più piccola remora. 

Il moralmente giusto ha spostato l'asticella più in là del dignitosamente, e ci stiamo fisiologicamente adattando a quadri orribili, dove dignità, decoro, umanità non trovano nè troveranno più posto.

Strade di città col limite dei 30km all'ora e semafori lunghissimi, che creano bolle di inquinamento insostenibile, ma pare sia "ecologico", accanto ad ipocrite piste ciclabili.

Spazi occupati da senzatetto, che non pagano il plateatico certamente,  ma vivono al di sotto del nostro sguardo che ha disconosciuto, ormai da tempo, la pietà e la compassione.

Spazzatura umana e spazzatura ai bordi della strada, non si distinguono più e non li vediamo neanche più.

Ragazze e ragazzi sempre più confusi e disarmati, davanti al bel nulla che stiamo loro servendo su un piatto di miseria emotiva e misantropica solitudine. Abbandonati a sé stessi come s'abbandonano le bottigliette di crack esausto, ai bordi dei parcogiochi, perché non esiste modo di giocarci o di riciclare anch'esse.


Vedo mostri adulti intorno a me, che si preoccupano soltanto più di tenersi stretto il proprio potere, piccolo o grande che sia, tanto c'è sempre un paria ad di sotto di un altro, su cui sfogare la propria insoddisfacente vita di merda..


Loredana solaris Bagnato 

3 novembre 2024

sabato 19 ottobre 2024

Da quel giorno...

L'alba del 19 ottobre 2018 mi ritrovò, dunque, orfana. 

Con la testa senza pensieri, totalizzata completamente nel presente che mi aveva assorbita, risucchiata in un gorgo vorticoso di struggente dolore e poesia, ero diventata orfana. L'ormeggio cui la mia barca approdava, ogni qualvolta ne avessi sentito l'esigenza o per un suo stesso richiamo, era scivolato via, silenziosamente accompagnato dalle canzoni che, fino a qualche decina di ore prima, animavano l'intero molo e le nostre serate. 

Non in un corteo funebre, ma nella dolorosa bellezza della poesia, mai vista nè vissuta prima: il suo bel profilo stagliato nella flebile luce della camera, la musica sussurrata accanto al suo cuscino, su cui avevo poggiato anche io il mio capo, per aspettare con lei, sul molo, la partenza, erano un punto di vista inedito e struggente, l'addio che mai avrei potuto immaginare prima. 

Mai. 

Ora eravamo lì, in attesa. 

Ed è lì che la tua mano ha lasciato dolcemente la mia, o la mia la tua, per scivolare leggera, come un soffio di vento, in quell'ultimo sottile respiro. Un sipario incredulo e attonito si è srotolato nel silenzio e il mondo ha spento la luce. 

19.10.24




18 ottobre 2019


Se mi soffermo col pensiero a quella giornata di 5 anni fa, mi manca il respiro. Un groppo in gola, il pianto. Allora voglio ricordare solo le cose belle, infinite, che mi hai regalato, i tuoi sorrisi, le lunghe chiacchierate con me bambina  o alla sera, al ritorno da scuola, al telefono mentre andavo al lavoro...E poi le gite al mare, le vacanze, il tuo essere presente a quell'esame o agli spettacoli, l'accoglienza che hai sempre riservato ai miei amici e alle amiche. 

Mi manchi mammina, e se lo scrivo qui è solo per ricordarti insieme a chi ti ha conosciuta e per presentarti, per la donna meravigliosa che eri, a chi non ha fatto in tempo a conoscerti. 

Mi manchi infinitamente.

Con amore.

..la mamma è come un albero grande che tutti i suoi frutti ti dà...

18 ottobre 2019 - 18 ottobre 2024







mercoledì 27 settembre 2023

La Metro per volare da te. 2019

Era diventato familiare. Un tragitto che non conoscevo e che, per una come me, che per secoli aveva un'idiosincrasia conclamata per gli spostamenti verso luoghi non familiari, al punto da soffrire di attacchi d'ansia e di panico, non ancora noti nè troppo discussi, per una come me, dicevo, quel tragitto rappresentava il viaggio verso le colonne d'Ercole...

Ma quattro anni fa, quasi sospinte dal vento, le mie gambe non hanno mai esitato: rapidamente, e con una leggerezza che non mi appartiene, ecco che quasi volavo! Uscivo dal lavoro, arrivavo a piedi a Porta Nuova, scendevo verso la Metro, direzione Bengasi, che fino ad allora rappresentava solo la Libia, e in 4 fermate arrivavo da lei. Era pomeriggio inoltrato, a volte già verso sera, quando alle mie spalle vedevo il brillio del sole ormai tramontato, che disegnava i contorni delle montagne, e davanti a me le prime ombre della notte che ora non mi incutevano alcun timore. Ero da poche settimane divenuta cittadina torinese, non sapevo ancora nulla dei confini di questa città, dei mezzi pubblici, delle fermate...Ma quel tratto di metropolitana, dalla sera del 12 settembre del 2019, era diventato casa. Alla fermata Carducci Molinette, ad aspettarmi tutte le sere c'era lei. Senza volerlo è riuscita ad insegnarmi un po' di orientamento, a me che mi perdo ovunque. Avrebbero potuto scrivere, tra le fermate: "Mammina". Per me era lei. E scendevo e risalivo con una sicurezza mai avuta prima. Le mie gambe si muovevano veloci, risalendo le scale, divorando a falcate il marciapiede (ricordo i lavori di restauro di un edificio che costringeva a passare sotto una specie di galleria, creata dall'impalcatura, dove facevo a zig zag tra gli altri pedoni...), e giungendo davanti all'ingresso dell'ospedale Molinette, via Genova, uno dei tanti di questo enorme edificio. Guardavo da fuori e ricreavo mentalmente il percorso da fare per giungere fino a lei. E individuavo quella che sembrava essere la finestra della sua stanza. Entrata, corridoio a destra, ascensore, 3° piano, 3° stanza a sx.

La porta era sempre socchiusa. Bussavo. Avanti! ...Sei arrivata? Ciao mammina mia, come stai?

Bene! Perché, mai, avresti voluto dire altro...

...

sabato 5 agosto 2023

Giornata d'agosto e discorsetto sul procrastino

Ho fatto un promemoria delle cose da fare. Alcune facili facili, altre un po' più impegnative. Ma sono certa che la mia tendenza inassopita al procrastinare mi farà fare altro e non ciò che devo. Sicuro che mi dedicherò allo stucco di un angolo smussato, millimetrico, di quel muro che...piuttosto che stendere i panni, o riporre le pentole lavate... Certo è che ho imparato l'arte del procrastinare e dell'ingannare il procrastino stesso. Metto in elenco le cose più odiose da fare, scegliendo le meno odiose e avendo comunque ottenuto di averne eliminata qualcuna dalla lista. E, nell'indugio tra l'una e l'altra, mi sarò messa la crema, avrò cantato, avrò scritto (proprio come sto facendo ora), avrò ballato e ascoltato la deposizione di Giovanni Brusca del 29 ottobre del 21. 

Insomma, procrastino o no, avrò fatto comunque un bel po' di cose.

Ed ora stenderò i panni che la lavatrice, quasi al termine del lavaggio, mi restituirà! 

Buona estate!

venerdì 7 aprile 2023

Buonanotte mammìna

 La notte é iniziata e quel po' di sonno che avevo... puff! È sparito! Domattina dovrò alzarmi presto. È piacevole indugiare nel letto, sotto il piumone, ma lo è ancor di più quando la sveglia suona e devi alzarti! 

Vorrei sognare mia madre, fare due chiacchiere con lei, guardarla parlare, gesticolare, nei suoi suoni e colori. Mi manca. 



La sento sempre accanto a me.



domenica 13 novembre 2022

GIRO DI GIOSTRA

Quando i pensieri decidono di diventare dialogo e, cavalcando le parole, si aggrappano selvaggi ad esse, ed escono fuori correndo, come Ulisse e i suoi, sotto la pancia degli ovini di Polifemo...Quando succede, io li assecondo, e in un brevissimo "giro di giostra" capita anche questo. Era agosto 2019.

Nel giro di giostra

Dei miei pensieri

Ti prendo e ti perdo
Come fiocco premiante
Mi fermo e gira la testa
Sembrava festa
Sembrava tutto
Superava confini
Il lutto elaborava
Di ogni cosa perduta
Per sempre
O nel persempre tenuta
Nella giostra dei pensieri
Ti fermi un momento
C'è vento mi dici
Rimanimi accanto
Ti lascio
No. Tu non mi lasci
Mi allacci.
Ti allaccio.
Le cinture
Di sicurezza
Di castità
Di forza
Tutte in una.
Che fortuna le tua mani!
Mi leghi al tuo abbraccio
Lo so fare bene sai?
Si ci credo.
Gira la giostra
Un fotogramma sorridente
Mi mostra chi eri
Ieri
Prima dei nostri sentieri
Gira gira e gira il mio mondo
Esploro con la telecamera
Il fondo di noi.
E sondo e sento.
Ti sento.
Mi sento.
E non importa chi eri
Ieri
E su quali sentieri camminavamo
Senza l'essenza di noi
Che poi...chi siamo?
Oggi ti vedo
Il tuo silenzio appoggi
Sul cuore ferito sfibrato
Lo vedo pulsare
Ne sento il calore
C'è vita c'è amore
Che importa che giri la giostra
Un nastro tra le mie mani
L'ho preso al volo
È il mio domani
C'è posto per noi
È il costo dell'attesa questo girare.
Fermo i pensieri
Trattengo la festa
C'è già tutto qui.
Resta.
Resta.
Eroiche gesta di te che sei come me.
Che sei dentro me.
Che sei me
Che sei.
E resti tu.
Tu come me.

(9.8.19 Loredana bagnato)