lunedì 1 novembre 2010

Amore amare...mare grande

Quanti volti ha l'amore?
Quanti ne conosciamo?
E a volte, a tratti sorprendenti, ci cattura quella nuova poesia che ancora non sapevamo, e ci sentiamo piu' ricche.
Ricche di poter ancora amare, amare meglio e di piu' con piu' pienezza chi gia' amiamo.
E scopriamo quant'e' bello quest'amore che non toglie mai ma aggiunge aggiunge aggiunge...
Peccato per chi non se ne accorge.
Peccato per chi lo lascia andare via...

giovedì 28 ottobre 2010

Sole nell'aria - Buon autunno

"Sono felice di averti ogni istante nell'aria che mi fa vivere" -
dice il raggio di sole alla farfalla.

sabato 12 giugno 2010

"Canto per comunicare col cielo e qualche volta sento di riuscirci."


Oggi voglio dare spazio a questo spazio dedicato ad una grande artista:
Mia Martini.

Rappresenta per me un forte carico d'emozione, quando l'ascolto e' sempre commozione, empatia, brivido.

Stamattina scopro molti link e blog a lei dedicati, lei, così amata!Iniziamo da qui:Mia Martini sito ufficiale...

martedì 6 aprile 2010

Priorità Leghista

Tra le urgenze del nostro Paese, il motivo, cioè, per cui milioni di italiani hanno scelto il centro destra e la Lega, innanzitutto, c'era quello di dare ai Comuni il diritto di...scegliere i nomi delle scuole!
Una rivoluzione!
Su "Italia Oggi" Alessandra Ricciardi scrive: "...Solo il comune... è in grado di rappresentare e tutelare la volontà popolare, le tradizioni locali e le rinnovate istanze storiche. Il provvedimento per il cambio di poteri è già pronto. Nei giorni scorsi è spuntato al senato, è un disegno di legge che reca le «nuove norme per l'intitolazione di scuole, aule scolastiche e di altri locali interni». A sottoscriverlo c'è la prima fila dei senatori leghisti, tra i più vicini al lider maximo del Carroccio, Umberto Bossi. ...".
Cota diceva che quelli della Lega sono "veri" perchè hanno trascorso il tempo tra la gente "comune", ascoltando i loro problemi, cercando di risolverli, pure...
Ecco la prima soluzione.
Il nome delle scuole.
Ma chi ha ascoltato, Cota? E a chi premeva cambiare il nome delle scuole per restituire questo privilegio ai Comuni e non più al dirigente scolastico?
Beh, se continuano cosi', meglio.
Buon proseguimento.
(qui l'articolo di Ricciardi articolo )

domenica 7 marzo 2010

Il suono delle cose - CAFFE' LETTERARI

Quante volte abbiamo ascoltato la voce delle parole senza accorgerci di quest'ultime, perchè ciò che importava davvero era "quel particolare suono", tono di voce, che comunicava lo stato d'animo di chi parlava?La voce, meraviglioso strumento musicale, è il veicolo delle noste emozioni, ancora prima del nostro umore, per giungere infine a dire di noi, delle nostre tendenze, della nostra indole caratteriale. La voce parla di noi.
Loredana Bagnato, dal '90 giornalista della carta stampata e radiofonica, nel '97 con l'indimenticato maestro e attore Mario Liggi inizia un fedele rapporto con il palcoscenico. Nascono, dal '98 al 2006, l'Associazione Culturale "Teatro Civico di Caselle Torinese", "La Compagnia del Nottolino", "Palcoscenico", fino ai laboratori per ragazzi de "La Bottega del Teatro", con la messa in scena di opere in prosa, moderne e classiche. Nel 2006, grazie al sodalizio con l'Associazone Culturale IT.ART nascono progetti teatrali di grande innovazione. Dal 2008, inoltre, collabora e recita con "La Compagnia Instabile Le gambe sotto al tavolo" di Torino.

IL SUONO: la voce dell'anima e delle cose
Mappano di Caselle Torinese (TO) venerdì 19 marzo 2010 ore: 18.00.00 Presso AUGUSTO, strada Cuorgne' 144

domenica 7 febbraio 2010

E in tutto questo Cristo dov'è?

Non e' un film. Non è il medioevo. Siamo noi. La nostra Bella Italia. La nostra religione...
""Come Vescovo che non cede alle lusinghe della modernità, dico che la pratica conclamata della omosessualità é un peccato gravissimo, costituisce uno scandalo e bisogna negare la comunione a tutti coloro che la professino, senza alcuna remora, proprio in quanto pastori di anime. Io non darei mai la comunione ad uno come Vendola". E' l'affermazione di uno degli esponenti tra le alte cariche della Chiesa, il Vescovo Emerito di Grosseto, Monsignor Giacomo Babini.
Lo intervista Bruno Volpe, per il sito pontifex.roma.it
Le domande e le risposte. Io sono rimasta impietrita. Non so cosa pensare. Termini come: pratica aberrante, ribrezzo, contronatura, correzione, omosessualita' conclamata...Spero che qualcuno intervenga e lo faccia con determinazione.
QUESTA E' ISTIGAZIONE, E' VIOLENZA, E' PROPAGANDA FASCISTA.
Monsignore Giacomo Babini, sei un pazzo e NON PARLARE IN NOME DI CRISTO!
Ed ecco il resto.
-Eccellenza, che pensa della pratica omosessuale?
" mi fa ribrezzo parlare di queste cose e trovo la pratica omosessuale aberrante, come la legge sulla omofobia che di fatto incoraggia questo vizio contro natura. I Vescovi e i pastori devono parlare chiaro, guai al padre che non corregge suo figlio. Penso che dare le case agli omosessuali, come avvenuto a Venezia, sia uno scandalo, e colui che apertamente rivendica questa sua condizione dà un cattivo esempio e scandalizza".
Che cosa devono fare ... gli omosessuali?
" chi ha la tendenza ha diritto alla misericordia e non ad essere discriminato, ma colui il quale addirittura ne fa vanto, si mette fuori della comunione della Chiesa e non merita questo sacramento. Fanno in tempo a pentirsi da questo orribile difetto. Lo ribadisco: all'omosessuale praticante e conclamato non va amministrata mai la comunione, quando si presenta davanti, il ministro abbia il coraggio di tirare avanti. Ad uno come Vendola io non la amministrarei mai".
Eccellenza, nella pratica quotidiana le nozze in Chiesa sono diventate delle celebrazioni spesso disordinate...
"certamente e occorre porre rimedio. Ma come al solito molti Vescovi italiani mettono il lucchetto al cancello quando i buoi sono già scappati. Se certi Vescovi dormono é impossibile celebrare degnamente le nozze in chiesa, senza stravaganze che le rendono ormai spettacoli. Bisogna fra capire che il matrimonio in chiesa é una cosa seria e non limitarsi ad una coreografia. Poi si dica chiaramente ai cattolici che loro devono scegliere il sacramento. Se in tutta libertà vanno al comune, sappiano che opera la scomunica latae sententiae, si mettono fuori da soli dalla chiesa".
Il Vescovo parla della recente visita del Papa alla Sinagoga
" l' Osservatore Romano la ha lodata e penso che il Papa abbia fatto bene a visitarla. Ma con la stessa franchezza é arrivato il momento di affermare che gli ebrei non sono più i nostri fratelli maggiori. Meglio, lo sono stati sino all'arrivo di Cristo, poi lo hanno abbandonato e non conosciuto. Loro sono contro la storia e dal Nuovo Testamento in poi hanno scelto di non essere nostri fratelli. Sull'albero dell'ulivo é stato fatto un inserto diverso. La Chiesa é nata da Cristo e non dagli ebrei".
Ha visto quello che accade in Nigeria?
" la conferma che l' Islam é una religione violenta ed anticristiana e che distinguere tra Islam moderato e estremo non ha senso. L'Islam é unico e il brodo di coltura sono proprio i Paesi moderati. Nazioni slamiche ricche ad Haiti non hanno mandato neppure un soldo. Bisogna svegliarsi dal letargo e difendersi dall ' Islam, prima di essere colonizzati".
(Bruno Volpe - da http://www.pontifex.roma.it/ )

domenica 17 gennaio 2010

Quell'uomo vestito di nero col cuore di piuma e ferro

Quante volte abbiamo incrociato quello sguardo, sbucato da un libro, da un manifesto...E' familiare a moltissimi, anche a coloro che poco o nulla sanno della sua vita. Anch'essi uniscono a questo volto il nome, Giovanni Bosco. Un nome che sa istintivamente di buono. Come il pane, come una minestra calda. Come un bicchiere di vino rosso. E' un santo, Giovanni Bosco, ma tutti lo ricordano circondato dai "suoi" ragazzi, strappati alla miseria della strada, dell'abbandono, cui egli e la sua opera, hanno saputo restituire alla dignita' e alla dimensione umana che spetta a tutti. Perchè Giovanni Bosco? Perche' anche io ero una di quelle persone che poco sanno.
Conoscevo Giovanni Bosco cosi' come so cantare "...dell'elmo di scipio s'è cinta la testa dov'è la vittoria le porga la chioma che schiava di Roma Iddio la creo' stringiamci a coorte siam pronti alla morte...", pur non avendo il sospetto di cio' che parola per parola voglia significare. Giovanni Bosco. Un maestro di vita, pensavo. Poi...


Poi è arrivato un copione, uno di quelli, di Fabrizio Frassa, che, volente o no, riescono sempre a smuovermi profonde emozioni.


"QUELL'UOMO VESTITO DI NERO", un Giovanni Bosco quasi inedito anche per coloro che già conoscono il santo, la sua opera caritatevole, il suo amore per
il prossimo, la sua tenace Fede. Giovanni Bosco figlio, fratello, fedele pieno di dubbi, uomo tenace, aspro come certi inverni del Monferrato, rispettoso d'una madre, Margherita, che ha sempre creduto in quel suo figlio "...così diverso dagli altri bambini dei Becchi...".


Fabrizio Frassa, pur con mille tormenti e dubbi, ha restituito, nel suo testo, non solo l'immagine (intatta) di un Santo, ma pure, e soprattutto, un Giovanni Bosco così irresistibilmente amabile, fraterno, osservato attraverso la grande falcata del passo, l'ondeggiante figura dalla tonaca lunga e nera, i capelli tirati indietro "se sta facendo qualcosa di importante", la risata fragorosa, il pianto e il tormento di un uomo "presente" alla sua vita, alla sua esistenza, al suo tempo.
La messa in scena dell'opera di Fabrizio Frassa è stata un susseguirsi di emozioni, di dubbi, ripensamenti, di crisi...Un'immersione nella consistenza della Fede, per ognuno di noi, anche di noi, dall'autore agli attori, costretti tutti al confronto con qualcosa davvero piu' grande di noi stessi, anzi, oltre noi stessi: l'atto di Fede piu' grande e sublime, l'esaltazione dell'uomo attraverso il sacrificio di uno. Uno solo.


LO SPETTACOLO

"Nell’indagine condotta sulla figura di Giovanni Bosco dietro suggerimento di due amici, inizialmente scoraggiato dalla immensa dimensione spirituale del personaggio, va alla ricerca di un’essenza più profonda, più intima che trasalga l’immagine stereotipata ed iconografica, “da cartolina”, l’idea un po’ astratta del “santo”.

Un’indagine sull’essenza umana, sui percorsi della sofferenza, della debolezza, del dubbio.
Punto cruciale del testo è il momento della crisi spirituale, immaginato arbitrariamente dall’autore come momento decisivo dell’ispirazione iniziale del prelato, impersonato da Francesco Procacci, dalla quale scaturisce la realizzazione di un’opera monumentale e universale di carità ed evangelizzazione; crisi dell’uomo che, di fronte all’orrore, alla tragedia, vive il proprio radicale smarrimento, la propria solitudine.


Momento scenico di notevole forza e intensità che sottintende la misteriosa scintilla dell’ispirazione, della “missione”, della “chiamata”: .
Invito supremo all’azione, alla condivisione diretta ed immediata di fronte alle sofferenze dell’uomo.

Lo stesso autore, impersonato da Livio Vaschetto, comprende infine l’esempio dell’”uomo-Giovanni Bosco” nell’invito a ricercare la verità nella dimensione assoluta delle cose, in un àmbito superiore che trascende la realtà stessa.


In scena “Mamma Margherita”, interpretata da Loredana Bagnato, figura emblematica che storicizza, datandola con precisione cronistica, l’intera vicenda, proiettando sull’intero testo la commovente dimensione poetica, profondamente umana e universale della madre."

“it.ART- SEZIONE TEATRO” presenta:
"QUELL’UOMO VESTITO DI NERO"
di Fabrizio Frassa
venerdì 29 gennaio 2010 ore 21.00
CHIESA SANTA MARIA ASSUNTA
Caselle Torinese (To)
LETTURA
Loredana bagnato
Francesco Procacci
Livio Vaschetto
MUSICHE
di Alessandro Umoret
SCENOGRAFIA
FrancaBattistella
LUCI E SUONI
Charlie Prandi
Tony Sabatucci
VOCI REGISTRATE
Donna: Barbara Vettorello
Giovannino: Luca Anadone
Partecipazione straordinaria della CORALE DI MAPPANO
Direttore: Enrica Baldi Borsello

REGIA
Fabrizio FRASSA