domenica 17 febbraio 2008

Tutto in un sorriso.

Sto centellinando i ricordi. Frammentandoli in dettagli che non voglio dimenticare. Sarà per questo che tutti i giorni uno di essi riaffiora e mi proietta in un passato "passato", di quelli che non tornano. Di quelli che non tornano se non tenuti dolcemente per mano dai ricordi. Alla scoperta di papà, mi sono ritrovata a sorridere mille volte, e altre mille a piangere. A chiamarlo nel rimbombo vuoto di un silenzio triste da morire...Rivedo i suoi occhi, accesi nei miei mentre gli racconto la gag "Oh Tito tu t'hai ritinto il tetto ma tu 'nt'intendi mica tanto di tetti ritinti..." pronto a ridere di gusto!Ma d'improvviso rivedo la scena di me che nel silenzio plumbeo di quella notte, incredula dell'immobilità innaturale per il suo stile di papa', ho sollevato la sua palpebra per guardarlo ancora una volta negli occhi...Dove guardavano i suoi occhi? Perche' non mi sorrideva più? Perche' se n'era andato...E dove? Milioni di domande che si rincorrono da quel giorno..:Ti sei dimenticato di me. Hai dimenticato la tua bambina. Ora che non hai bisogno piu' di nulla non ti interessa piu' di nessuno. Salvo poi consolare con: parla con lui, arriverà vibrante nei tuoi pensieri, o a galoppo di una canzone che non t'aspettavi, o nel sorriso di un pensiero improvviso che ti rincuora...E' questo il suo modo di stare vicino a chi ama...Poi in casa, di nuovo da sola: rivedo le sue cose che ho ritirato dall'ospedale quella sera. Ogni tanto prendo il suo pettine (quante volte l'ho pettinato!Lasciavo però a lui gli ultimi tocchi, con quel suo modo di tirarsi indietro le ciocche morbide) e con titubanza lo annuso...E' pazzesco l'odore ancora vivo dei suoi capelli.L'odore dei suoi capelli e' ancora qui e lui non c'e' piu'. Come la scia di un aereo. Allora è successo davvero. In quei giorni ho sentito il bisogno di fare per lui un sacco di cose. Avevo voglia di dignità. L'accoglienza, in quel rituale di condoglianze che fino ad allora ho sempre ritenuto sciocco, di ogni persona che veniva a rendere omaggio a mio padre, raccolto in una compostezza che non aveva neanche una traccia delle sue sofferenze (era bellissimo!), mi sembrava un cerimoniale importante, profondo, un ultimo forte legame tra me e mio padre: Vedi, Lorella, quanta gente vuol bene a tuo padre? Ed io "Grazie infinite, papà vi abbraccia, di cuore" e gli abbracci e i baci sconosciuti li sentivo come se io fossi solo un veicolo e mio padre il destinatario. Li raccoglievo tutti, non trascuravo alcuna stretta di mano, mano sulla spalla, baci improvvisi e abbracci tra le lacrime. Anche quelle di un anziano signore che continuava a scomporre i capelli a papà, mettendogli la grande mano sulla fronte e chiamandolo per nome con una tenerezza infinta, o quelle di "mamma Rosa" la signora rumena che per 33 notti ha fatto compagnia a papà in ospedale, e che aprendosi un varco tra la folla, vicino a lui comincia a pregare, dicendo a voce alta "Ciao Mimo, tu sei siempre stato molto buono, tuo animo buono, tuti qui ti salutano e tuti diciamo per lui un preghiera...Padre Nostro, che sei nei cieli..." e poi in rumeno...Io ero molto fiera di papà, un uomo a volte brutale nei modi, a volte dolcissimo, d'una indipendenza che spero in parte resti dentro di me, d'una lievità di pensiero, leggero come piuma, malgrado le sofferenze degli ultimi tempi, quando non voleva restare solo, ma mai avrebbe ammesso di aver paura...E forse non ne aveva. Un giorno glielo domandai:"Papà, ma tu hai paura di morire?" Mi ha risposto con la stessa aria di quando gli domandavo se Ranieri aveva fatto bene a mettere in campo Iaquinta al posto di Del Piero...Un'alzata di spalle e "...No...Paura no. Lorè, è che sono...tanto stanco!" Allora cambiavo discorso e parlavo del mare. Laddove mi avrebbe portata. "Pago tutto io. Andiamo in un posto dove ci si arriva con l'aereo!". Ok, papà. Ci andremo al mare. Te l'ho promesso e lo faro', malgrado le mie paure che forse ora sai ancora di piu'. Ora che chissà da dove, sicuro dal centro del mio cuore, sotto la leva del pianto appena la gola si stringe..., sei lì che guardi con un sorriso.

Papà, quand'ero piccola ( e a volte anche ora), mi chiamava (in dialetto) Cuccilla i pipi i papà (seme di peperoncino di papà...Come perde sentimento, tradotto...) e mi teneva con lui spessisimo, portandomi in giro specie nei fine settimana: passaggio al bar a salutare i suoi amici (praticamente chiunque incontrasse!), poi al cimitero a portare i fiori, o alla domenica pomeriggio, al cinema, a vedere i film girati, come lo diceva lui "A cinecittà" tanto con enfasi che pensavo fosse un luogo magico ( e forse lo era davvero), oppure quelli epici, "Il colosso d'argilla", "Sansone e Dalila"... La cosa bella dei fine settimana con mio padre era la preparazione: tra i ricordi di allora, mio padre che di domenica mattina si fa la barba ed io accanto a lui. Lui, tutto profumato di bagno appena fatto, con la canottiera candida e l'immancabile orologio al polso, che riempie il pennello di schiuma e poi lo da' a me, per spalmarlo sul mio viso! Lui mi aiuta a stenderlo bene in ogni angolo, poi lui prende il rasoio (era di quelli con la testina che si apriva come uno sportellino e vi andava inserita la lametta vera e propria) e prima di mettervi la lama dentro si metteva di impegno e "mi faceva la barba" portando via dal mio viso quella schiuma pannosa e profumata. "Stringi la bocca di là", ora fai così, alza il mento...Ora sciaquati che anche io finisco!Dì a tua madre di prepararti che poi andiamo a prendere il gelato!"Mi voltavo felice a guardarlo nello specchio e lì, con un occhiolino, trovavo il suo sorriso. Tutto in un sorriso era il riflesso di mio padre...

Sento una ferita dentro al cuore che batte con esso. Sento un profondo amore per mio padre. Resto incredula perche' non sapevo di amarlo cosi' tanto.

Quando sei partito, padre mio, è stato come se morisse il maggior tronco della foresta. Allora un gran vento è passato sulle cime e uno stormir di foglie ha pianto la vita che si è spenta. Poi, lo spirito del tronco ha alimentato con più forte respiro la giovane selva che sfida il vento. Così la tua morte, padre mio, mi ha rivelato la saggezza di azioni, parole, silenzi. E invisibile mi hai ripreso per mano dando coraggio e fiducia al mio cuore…
Si vive sempre un poco vicino a chi abbiamo veduto morire, si muore sempre un poco con chi ci ha dato la vita. Ma non ci si separa mai completamente da chi ci ha soltanto lasciati un poco ad attendere quaggiù
” .

Ciao dolce Papà
Con amore, la tua "bambina" Cuccilla i pipi.


















24 commenti:

pollon ha detto...

Bentornata...non c' è stato giorno in cui non sia passata dalla scatolina. Il tuo silenzio mi ha lasciato un po' di amarezza, ma spero con tutto il cuore che tu possa ritrovare la serenità e ricordare tuo padre con meno tristezza e più sorrisi. Il tempo sistemerà tutto...lo so e te lo assicuro!
Un abbraccio

Elisa

Anonimo ha detto...

La ferita non si sana.
Col tempo si impara ad andare avanti senza un pezzo.
Un abbraccio
Melogrande

TIA LORI ha detto...

I sorrisi e la tristezza, Pollon, sono intrecciati come rami d'ulivo. Solo il ricordo e il suo, di mio padre, sorriso, potranno conciliarmi della vita e della sua crudezza. Anche quando io stessa sorrido. Una parte di me è sempre con lui, una parte di papà è sempre con me. Ciao piccola.

TIA LORI ha detto...

grazie per l'abbraccio, Melogrande.Ricambio il tuo con il mio affetto.
...ma la ferita che non si sana, è ancora "ferita"?

Anonimo ha detto...

sta a noi rimarginare la ferita. Senza fretta. Prendendosi tutto il tempo che serve, permettendo al dolore di sfancarci per poi ritrovare in noi tutto ciò che chi se ne è andato e ci ha amato ci ha lasciato. La ferita smetterà di sanguinare e nel tuo cuore ritroverai la voce, l'abbraccio, le carezze, la doclezza, le parole di tuo padre. Il segno di quella ferita ci sarà sempre (e così deve essere) ma scoprirai che nulla nel tuo cuore sarà andato perso. Là ci saranno sempre il volto e l'abbraccio di tuo padre.
Sembrano parole difficili le mie e di solito scelgo il silenzio, l'abbraccio ma oggi dopo tanto tempo da allora penso di poterle scrivere.

Silvia

Anonimo ha detto...

Se dopo la morte esiste un luogo
dimorato da anime
spero non si discosti troppo da qui
o che almeno abbia mari...

Buoni giorni
Carlo

Anonimo ha detto...

Cara amica, le tue parole ogni volta aprono serrature segrete. Anche quando mi sembra di non avere niente a che fare con quella porta, proprio quella porta si apre grazie alle tue parole lasciandomi una sensazione di calore diffuso.
Ti abbraccio forte.

TIA LORI ha detto...

Silvia: non ti conosco e non conosco il tuo dolore, quello che per molto tempo non te ne ha fatto parlare, ma ti ringrazio, davvero di cuore,d'aver infranto il tuo silenzio per consolare un po' del mio dolore.
Torna, sarai benvenuta.

TIA LORI ha detto...

Oh Carlo, quanto lo spero anche io! Un mare pieno, di quelli che cancellano la dimensione umana per restituirne una infinita!Un mare pieno. Un mare in cui papà possa respirare a pieni polmoni, ridere di gusto, guardare all'orizzonte e attendere. Consapevole che al di qua di quel mare c'e' chi lo amera' ancora e ancora di piu', consapevole che il suo amore (e' questa la mia consolazione)non mi lascerà mai...
Lo spero davvero.
Ciao Carlo.
Un abbraccio.

TIA LORI ha detto...

Ciao Amica mia. Quanto calore già c'e' nel sentirsi Amiche?
Ci sono eventi nella vita che non si spiegano a parole, e serrature che, malgrado le parole, si aprono in silenzio rivelandoci l'inaspettato. Anche l'inaspettato legame che, prevaricando il consueto, diventa "Amicizia". Grazie...

Anonimo ha detto...

Ben tornata, nostra dolce. Seme di peperoncino sempre saporito, seme che anche nel dolore dà frutti. Mi tocchi il cuore e non trovo parole. Ti abbraccio

TIA LORI ha detto...

Melanzina: Mi tocchi il cuore e non trovo parole...
Ti stringo forte.

Anonimo ha detto...

Ogni giorno ho fatto un salto per vedere se avevi trovato la forza, il coraggio o semplicemente la voglia di provare a ripartire da qui. Anche da qui. Non so dirti se il tempo sistemerà tutto. Non lo so. Non conosco la sensazione che si può provare nello scrivere un post come quello che hai scritto tu. Mi ritrovo nella stessa situazione in cui ti ho detto "non so cosa dirti". E tu stringendomi, mi hai risposto, "non dire niente". Aggiungo: ciao Lory. Mi fa piacere rileggerti e avere difficoltà nel risponderti. Marco Cugino.

Anonimo ha detto...

Quando è toccato a me, in un momento sospeso tra Sydney e Milano è accaduto che io fissassi alcune...parole.
Non si dà, in questo caso, alcuna necessità di pudore nel trascriverle per ricambiare, con un abbraccio, l'intimità di una condivisione.
Una volta soltanto, per ognuno di coloro che amiamo e quasi a testimoniare l'unicità di un legame, facciamo esperienza di una dipartita: una volta per tutte viviamo e moriamo. E, forse, non si tratta di "ferita" ma di "danno". Irreparabile? Sì, perchè è così che, per paradosso solo apparente, tutto resta Vivo.

Ti ho cullato:
ed eri ormai solo il mio bimbo
ma non mollavi,
caparbio Babbo Partigiano!
L'avrei voluta, invece,la tua Resa:
sarebbe stata mia.
E invece no:ho traversato il Mondo,
mi son seduta
ad aspettare la telefonata,
i giorni in fila, come nel rosario
poi:Gloria!Qualcuno me l'ha detto.
E ho messo finalmente il punto
al racconto
del mio piangerti lontana.

la sconosciuta

TIA LORI ha detto...

Caro Marco, hai condiviso con me quei lunghi pianti...Ho ancora il tuo abbraccio nel mio abbraccio. Grazie ancora per il tuo silenzio...

TIA LORI ha detto...

Grazie, ancora una volta, per la condivisione. Ti abbraccio, sconosciuta, e mi commuove il rosario di parole che sgrani dolcemente per me...
Con affetto.

Anonimo ha detto...

i nuovi fiori cancellano le ferite del gelo sulla terra, così i ricordi dolci ricoprono le cicatrici dell'assenza. la terra ricca e fertile non resta a lungo esposta alle intemperie

TIA LORI ha detto...

...e la terra che mio padre mi ha lasciato in eredita' e' davvero ricca e fertile. Si ricoprerà di fiori e di frutti, di odorosi muschi e farfalle e laboriose api e uccelli riempiranno l'aria sull'erba profumata e pascoli ricchi di foraggio saranno l'orizzonte d'un sole rotondo e fiammeggiante che cospargerà d'oro e vermiglio ogni leggera ombra...

Buongiorno Anonimo. Grazie per le tue parole.

Anonimo ha detto...

Eh si caro Marco da li era difficile ripartire . ma dimentichi che noi proveniamo tutti dalla Quercia , dal tronco della foresta che oggi ci da la forza di continuare e daccordo con Melograno ad andare avanti senza un pezzo... ed é giusto che sia cosi.I ricordi certo ci aiutano e l'occhiolino ed il suo sorriso sono impressi nella nostra mente... Un pezzettino di cuore per il grande Mimmo se n'é andato per sempre.Certo che classe nella prima foto.Io me lo ricordo cosi, come nella foto quando mi veniva a prendere la domenica con la Volvo impestata dal suo profumo..magari qualche chiletto in piu, ma sempre in grande forma.Un giretto al portogallo a fare colazione (hai visto lo stesso giro...)e poi a pescare o meglio a farsi dare delle trote belle e buone.Due vaianelle sui serpenti catturati e poi le schedine.O nipo' passami a machinetta ...fumava all'epoca ..poco ma fumava...niente problemi di ossigeno, niente maschere, niente caschi... "raccolto in una compostezza che non aveva neanche una traccia delle sue sofferenze (era bellissimo!),".Mi diceva sempre che ero un attore mentre lui lo é stato fino all'ultimo.
A presto

Roberto ha detto...

Stupende parole
Roberto

TIA LORI ha detto...

Grazie Roberto.E' parte del mio cuore.
Ciao...

francesca ha detto...

ho provato il tuo stesso dolore...

Anonimo ha detto...

Tutto passa ma tutto rimane nella memoria di ognuno di noi ed il fardello è pesante da portare.
Sono con te.
il cantastorie errante

TIA LORI ha detto...

Grazie, Cantastorie...Grazie davvero di cuore.
Un abbraccio.