Se non c'eri non puoi dire.
Loredana Berté è davvero un fiore raro.
Di quelli che faticosamente crescono e ancora con più difficoltà riescono a sopravvivere.
L'energia, la grinta, la diffidenza di chi non ce la fa proprio a scendere a compromessi, un bagaglio inestimabile di canzoni d'autore (alcune mai edite),un pool di musicisti con controfiocchi, l'amica, sorella e "spalla" dalla voce nera e potente, Aida Cooper, e ricordi senza fine proiettati in un sequel confuso tra "ieri ed oggi", tra quegli anni "70 ancora in esordio e questi 2000, pieni di rabbia, di voglia di riscatto, di fragilità, di isolamento...
Ecco, tutto questo è stato il Concerto di Loredana Berté.
Non un bel concerto come altri, no. La storia di Loredana è nel suo stesso stare sul palco.
Autentica, come la sua voce: graffia l'anima, si alza in volo dove non arriva nessuno, e poi ti piomba dritta nel cuore, ti emoziona, ti elettrizza, ti fa venire i brividi.
E lì ti rendi conto che i suoi "40 anni di musica", non sono altro che un pezzo cantato della tua storia, vissuta tra un "mare d'inverno" e una "Luna" trasgressiva, una "Dedica" lasciata a dei balordi come te, a chi non sei mai piaciuta, e ad una ragazza mora e arrabbiata che non voleva essere "Signora", e che davvero è rimasta "...una per cui la guerra non è mai finita...".
Grazie Berté.
Teatro Colosseo - Torino, 24/01/15
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