martedì 4 luglio 2017

CON LE OMBRELLINE A PARLAR D'EUROPA!

lodicoalucianopresidente@regione.abruzzo.it presidenza@regione.abruzzo.it urp@regione.abruzzo.it daniela.valenza@regione.abruzzo.it Cc enzo.delvecchio2@regione.abruzzo.it angelo.muraglia@regione.abruzzo.it emidio.primavera@regione.abruzzo.it fabrizio.bernardini@regione.abruzzo.it giancarlo.zappacosta@regione.abruzzo.it tommaso.dirino@regione.abruzzo.it vincenzo.rivera@regione.abruzzo.it segreteriapresidente@regione.emilia-romagna.it segreteria.pariop@governo.it urp@unite.it
Alla c.a. Segreteria Pari Opportunità governo Segreteria Presidenza Regione Emilia Romagna Università degli Studi di Teramo Presidente Regione Abruzzo Sig. Luciano D’Alfonso presidenza@pec.regione.abruzzo.it



Buonasera, presidente. Immagino che la mia sia la milionesima lettera che riceve, almeno questa è la mia speranza, dopo quei “maledetti giorni” del 30 giugno e 1 luglio in cui, con una trasparenza terrificante ha esibito sul pubblico palco di Sulmona tutta l’arretratezza del suo pensiero in fatto di Rispetto. No, non “in fatto di donne”. Ma di Rispetto. Perché in uno scatto, che ha girato (come mi auguro e come era giusto fosse) l’intero globo terrestre, c’era tutta la possibile mancanza di rispetto: - per sé, ancor prima degli altri. Eh sì, perché un Presidente rappresentativo di una intera Regione (quella dell’Abruzzo poi, nota per la fierezza e l’integrità di chi lo popola) non avrebbe MAI e poi MAI consentito che alcuni esseri umani, per quanto bisognosi di lavorare, sarebbero stati USATI come palo reggi-ombrello, riproponendo (in questo caso inoltre) un cliché odioso e denigrante, ancor di più in un momento storico dove a fatica, ancora tanta, le donne arrancano per occupare uno spazio vitale e sociale ADEGUATO alla loro dignità, e in cui qualcuno, invece, e col suo avallo, ha osato pensare di esibirle come “cosa” su un pubblico pulpito. - Mancanza di rispetto per le stesse lavoranti, ammesso che il PALO REGGI-OMBRELLO possa essere considerato un mestiere (ricalcante certe pratiche dei colonizzatori che usavano esseri umani per farsi trasportare o per farsi arieggiare). - Mancanza di rispetto per chi era presente sopra e sotto quel siparietto…Mi domando e le domando: i suoi ospiti, tra gli altri il ministro alla Coesione territoriale De Vincenti, il rettore dell'università di Teramo Luciano D'Amico e il presidente della regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, hanno gradito? O hanno superato l’imbarazzo con un po’ di maschilista vanità e sprezzo? O non si sono accorti neanche di quelle presenze, serve mute, alle loro spalle? - E per tutti quelli che vi ascoltavano, ha avuto Rispetto? Perché anche loro, effettivamente, potevano rifiutarsi di guardare a quella scena “come se fosse normale”, ma sa, Presidente, non è facile per tutti mostrare schiettamente e spavaldamente il proprio pensiero (com'è invece ben riuscito a lei). Io mi auguro che le donne (ma non solo le donne) della sua vita e delle vite di quei suoi ospiti abbiano la forza di sopportare la vostra arretratezza e di insegnarvi che 30 secondi di scusa al mondo sarebbe stato più conveniente, anche per i ruoli da voi ricoperti in questa strapazzata società, che tacere e procedere nella becera scenetta, ricoprendo voi stessi, la Regione Abruzzo, l’Italia tutta e le Donne (e gli uomini) di RIDICOLO. Rimpiango i tempi delle corna esibite con infantile stupidità da un altro Presidente, che, al massimo, per l’esposizione mediatica che aveva, copriva di ridicolo solo se stesso. Invece lei, che fino ad oggi viveva nel limbo di un rassicurante anonimato, è salito agli onori di una vergognosa ribalta, portandosi purtroppo dietro l’Italia tutta. Io non ci sto. Come non ci stanno tanti, tantissimi italiani e italiane. CHE ASPETTANO LE SUE SCUSE PUBBLICHE E QUELLE DEI SUOI OSPITI. Non abbiamo bisogno della vostra arretrata fallocrazia. Né quella di nessun altro. Firmato Una donna, italiana, che aspetta le vostre scuse. Loredana Bagnato (foto di 27ora Corriere Raffaella Cagnazzo@rafficagnazzo)

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