L’aria che vorticosamente gira nella stanza, trascinata dalle pale del ventilatore, si porta dietro ciò che trova.
Sto preparando la pappa per la mia piccina e il caffè per
me. Ad un tratto, una folata di aria calda si mescola nei miei sensi e, tra
brodo e caffe e quel caldo arrivato dritto dal fornello acceso, mi fa trasalire
e mi ritrovo in spiaggia.
Avrò cinque, forse sei anni. C’e’ un silenzio incredibile a quest’ora. Quasi
tutti fanno la pennichella pomeridiana, e forse qualcuno s’e’ svegliato e senza
fare rumore sta preparandosi il caffè, nel piccolo cucinino delle
“baracche”. Che sono delle casette di
legno costruite a poche decine di metri dal mare. Qui le chiamano baracche, anche se sono carine e
confortevoli. Una accanto all’altra, che tra l’una e l’altra ci nascondevamo
per giocare, a volte per fare la pipì, quando proprio ci scappava, e, quando
eravamo un po’ piu’ grandicelli, per scambiarci qualche bacio furtivo…
A quest’ora c’e’ il rumore del mare che fa da sottofondo al
silenzio che culla nel dopo pranzo, mentre qualcuna, sicuramente una nonna, sta
già decidendo per la cena, e ha acceso il fuoco sotto al pentolone del sugo.
Entro di nascosto nel cucinino e vedo mia zia che gira piano
piano il cucchiaino dello zucchero nella tazzina del caffè.
Lo beve in silenzio e con la coda dell’occhio, da dietro la tazzina si accorge
di me.
“vieni” mi dice.
Raccoglie lo zucchero rimasto in fondo alla tazzina, che ancora profuma di
caffè, e me lo porge con un sorriso complice.
“Sssh, non dire che ti ho dato il caffè, eh!”
E insieme usciamo dalla stanzetta.
Fuori la luce del sole che si specchia nel mare, mi costringe a chiudere gli
occhi, tanto è forte il chiarore.
Li riapro, ora.
Con un gesto lento, giro il cucchiaino dello zucchero nel mio caffe.
Il ventilatore col suo ronzio ha compiuto un milione di giri, e mi ha riportato
a quelle estati calde, di sole, di mare, di famiglia numerosa che nel dopo
pranzo taceva, lasciando nell’aria i riverberi di grida di bambini, di ondate
fragorose, di risate e abbracci.
E con dolcezza sorrido al ricordo di quel sorriso complice.
@loredana bagnato 22.6.18
3 commenti:
Quanto tempo, essere sempre allegri assieme zie nipoti nonna zio padre madre fratelli , io che mettevo il registratore x fare svegliare Vincenzo x il caffè. .meno male che l'abbiamo vissuti .....ciao Lory
Che piacere trovare un commento familiare...
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