sabato 13 ottobre 2007

Latte UNO per neonati.

Ha 34 anni, un viso ovale dal colore bruno, incorniciato da fili neri, i suoi capelli, nascosti dal foulard variopinto intorno alla testa. Orecchini piccoli, d'oro fin troppo chiaro per sembrare vero (o forse sono io troppo abituata alla bigiotteria di poco valore...). Le braccia tenute in avanti, a circondare un fagotto chiuso in una tela bianca, quasi fosse lei stessa completamente avvolta intorno ad esso. Con lei, in scala d'altezza, due ragazzini, magri, coi pantaloni piuttosto corti per le loro lunghe gambe di bimbi in crescita, occhi grandi scuri, ciglia lunghe come artigli neri, labbra carnose e disegnate, sembrava, con il miglior pastello vermiglio.
Mi aspettavo l'omino della bombola. Mi domandavo perche' non salisse, dopo aver suonato il citofono. Scendo, e davanti al cancello mi appaiono quella donna, il suo fagottino di pochi giorni, e i due ragazzini.
"Oddio, un zingara..." penso tra me e me, sconfortata dal fatto che mi chiedera' soldi che non posso e che non voglio darle, e arrabbiata perche' quando vedo i bambini, cosi' mal-trattati dalla vita, sto male. (i bambini sono esseri speciali che vanno rispettati sopra ogni cosa).
"Posso aiutarti?- le domando, aspettandomi la mano aperta e l'invito a mettervi dei soldi dentro...- Hai bisogno?" le domando con un fare piuttosto glaciale e severo.
"Ho bisogno, si...- e abbassa lo sguardo, e poi, quasi per vergogna, lo sposta prima in un punto lontano dai bimbi accanto a lei, e poi verso il suo seno, mentre la sua mano scosta la tela bianca, rivelando quel bimbo di pochi giorni, che dorme, ignaro di questo mondo penoso, tra il seno caldo di sua madre e il cullarlo del suo respiro.
"Qualcosa per lui...Del latte...Non ne ho piu...". Aggiunge, quasi sussurrando.
Del latte? Mi sta chiedendo del latte? Non soldi non soldi...ma latte per il suo bambino di si e no venti giorni..:!
I pensieri mi frullano in testa, cercando soluzioni immediate che non arrivano, per strappare quel momento e sostituirlo con i sorrisi felici di una famiglia giovane, che non ha nessun bisogno di elemosinare qualcosa da mangiare...
"Qualunque cosa possa fare per te sara' sempre poca cosa..Te ne rendi conto, vero? Non ti bastera' per sopravvivere con i tuoi figli, neanche se trovi chi ti da' un po' di pane, o del latte...Perche' non ti rivolgi..."
"Sono andata ai Servizi Sociali - mi anticipa veloce -... mi han detto che non possono fare niente per me..."
So che mi puo' mentire, so che potrebbe avere un sacco di soldi nascosti da qualche parte, ori, gioielli e tutti quei fantastici tesori che da sempre ho sentito raccontare sulla vita degli zingari. "Hanno un malloppo d'oro!" - "Usano i bambini, li rapiscono, per mandarli ad elemosinare!" - "Ti parlano e mentre lo fanno ti rubano la roba in borsa!"-...Cosi, ogni volta che vedo una zingara, istintivamente "proteggo" le miei proprieta', divento guardinga e sospettosa.
Tra noi c'è il cancelletto, che lei, malgrado fosse aperto, non ha provato neanche a varcare.
"Una mamma, di qualunque etnia, di fronte alla fame dei propri figli...non elemosinerebbe lo stesso casa per casa...?E questi bimbi, che colpa hanno per doversi umiliare cosi', ad assaggiare, come normale, i rifiuti di chissa quanti avranno gia' chiuso piu' volte la porta in faccia...
"Che tipo di latte ti serve?"
Me lo spiega con lentezza, avendo probabilmente capito che di latte per neonati non ne capisco molto...
"Tipo UNO, liquido, per primi giorni...".
Me lo ricordero'?
"Puoi ripassare...lunedi'?Ci vediamo...."sto per darle un appuntamento a dopodomani.
"Oggi non puoi...?- con gli occhi supplicanti -, domani i negozi sono chiusi...e io non ho piu' latte...".
"Ci vediamo li' a mezzogiorno.Aspettami..."
Vado di corsa, alle 12 meno cinque, in farmacia. Spiego alla farmacista che cosa mi serve, e poi, per non fare la parte della madre snaturata che compra il latte per il neonato ma non sa come spiegarsi, le dico a chi serve.
"Dev'essere quella che abbiamo cacciato via!", e lo dice con un sorriso storto, acido, e quasi soddisfatto di cio' che diceva la bocca, tanto che le domando: "Perche', cacciata? ha forse fatto qualcosa di male? Ha rubato qualcosa?" e m'aspetto un accenno in tal senso, cosa che avrebbe giustificato almeno in parte la smorfia e il ghigno di prima.
"Ntz...no...no..-dice piano, quasi sottovoce, quasi s'accorgesse solo in quel momento che in realta' non avrebbe trovato alcuna giustificazione alla "cacciata via" della donna e dei suoi bambini-...No, deve saperlo, no? Noi non diamo niente!". Sembra quasi orgogliosa nel dirlo.
Ho provato un senso profondo di disagio. Vergogna? Pudore? Anche tristezza...Per come l'animo umano si raggrinzisce di fronte alle abitudini, ai pregiudizi, alla paura. Per come quella donna, la farmacista, non avesse mostrato, neanche a parole, un cenno di compassione per quella che poteva esserle coetanea, e soprattutto per quei bambini, incolpevoli.INCOLPEVOLI.
"Quanto latte ha?"
"Non posso che dargliene due confezioni..."
"Bene, me le dia - dico perentoria - Passo oggi a prenderne altre cinque. Me le ordini, per favore" dico senza aspettare repliche.
"Ah, gliele pago subito."
Alza il sopracciglio. Non s'accorge dei miei pensieri, nascosti dietro gli occhiali scuri. Non la guardo non mi guarda. Mi vergogno per lei. Tanta la dignita' nel chiedere aiuto, quanta la vergogna nel negarlo...
Ho preso un po' di pizza. Sono andata all'appuntamento. Ho chiacchierato con Valentino, 7 anni, e Gianni, 11, sulla scuola, su chi di loro sarebbe stato piu' bravo ad insegnare alla loro madre a leggere e scrivere.
"Ho trentaquattro ani...- mi dice con quel suo parlare strano, quasi senza doppie - e non son buona di scrivere o legere...Ma loro son bravi. Le maestre me lo hanno deto...Io sono stanca...E mi vergogno di questa vita. Tu pensi che mi piace questo?"
"Dov'e' il loro padre..."
"In suo paese...A questo piu' piccolo non lo ha nemeno visto...Non lo ha riconosciuto..."
Li saluto, tutti e quattro, dando appuntamento a lei nel tardo pomeriggio, per darle le altre confezioni di latte.
Mi sento triste. Povera. Frustrata per cio' che non posso fare e che andrebbe fatto con priorita assoluta. Proteggere i bambini. Penso: sono bambini che stanno facendo l'elemosina. Sono bambini che stanno imparando a non avere nulla dalla vita, senno' la pieta di qualcuno...Sono bambini che impareranno che cos'e' l'invidia. Sono bambini che non hanno nessun vantaggio nell'essere bambini. Sono bambini che hanno fame. Di pane, di giochi, di compagnia, di famiglia. Di normalita.
A noi giornalisti hanno insegnato il codice deontologico che tutela i bambini. La protezione e la garanzia dell'anonimato,proteggerli dalle notizie infamanti che possono riguardare la loro famiglia...TUTELA.
E Valentino? E Gianni? E quel fagottino appena nato? Non sono bambini loro? Chi li tutela? Perche' l'angelo speciale per i bambini ha smesso di lavorare a tempo pieno?
C'e' qualcuno che possa aiutarmi ad aiutarli?
Si', perche' stamattina io aspettavo l'omino della bombola. Madre Teresa vedeva il Cristo in ogni misero che incontrava. Io, in questi incontri, ci vedo la forza di recuperare la Com-passione che ognuno di noi deve provare per il suo prossimo, che altri non e' che lui stesso.
E quando mi sono vista riflessa nei loro occhi...o in quelli della farmacista, non mi sono piaciuta per niente.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho letto il tuo racconto tutto di un fiato.
Penso che tu abbia ragione ma penso anche che la donna e i suoi bambini che hai incontrato scontino la categoria alla quale appartengono.
Troppe volte per le strade di Roma ho visto quegli stessi bambini di 11 anni che ti guardavano con occhi supplichevoli ma in quello stesso momento vedevo anche una mano che frugava rapida in un marsupio...nel mio marsupio!
Ricorderai senz'altro quell'aneddoto del soldato nazista e dell'ebreo durante la seconda guerra mondiale: un ebreo un giorno ha sparato ad un soldato nazista che lo aveva appena aiutato a scappare. Eppure era un soldato "buono"....

TIA LORI ha detto...

E' cio' che pure ho imparato, io, Natalia. Ma su tutto c'e' la voglia di dire basta a bambini che per la loro fragilita' vengano trattati come oggetti.
Oggetti di pieta oggetti di piacere oggetti per sfogare la rabbia degli adulti.
I bambini devono potersi affidare all'adulto che deve proteggerli sempre.
Un bimbo non ha strumenti per difendersi da se'. Io devo difendere quel bambino, poiche' sto, in quello stesso momento, difendendo il senso della dignita' che non mi deve MAI abbandonare.
So quanto stai "dalla parte dei bambini", Naty, so quanto il comportamento degli adulti, in realta', non deprezza neanche per un istante l'amore che hai per gli innocenti.Malgrado l'adulto abbia insegnato loro a rubare. Anziche' giocare e ridere di gusto.
Buona giornata, cara mia.

pollon ha detto...

Ricordo lo zingarello che io e mamma ci trovavamo sempre davanti nel parcheggio del supermercato. Voleva soldi. Mamma gli dava qualche pacco di biscotti e gli chiedeva se andasse a scuola. Al suo no, gli raccomandava di andare a iscriversi. Ma lui, sicuramente ben istruito dai genitori, si mostrava disinteressato, rifiutava i biscotti e continuava a chiedere soldi.
Si dice che, se ti trovi in difficoltà, fai di tutto per vivere. Ma non sono d' accordo. I genitori mettono al mondo i bambini, e hanno il dovere di dargli amore e tutto ciò che serve a condurre una vita dignitosa. Hanno il dovere di proteggerli, non di usarli per impietosire e guadagnarsi da vivere.
Come hanno il dovere di insegnargli il valore dei soldi e delle cose. Ultimamente vedo molti sprechi, bambini viziati che hanno tutto e chiedono di più. E allora penso che, anche in questo caso, gli adulti non abbiano fatto il loro dovere.

TIA LORI ha detto...

Gli adulti, Pollon, siamo tutti noi.E qualcunque cosa faccia chi,secondo noi, non fa il nostro dovere, non deve diventare una scusa per noi, per non fare il nostro, di dovere. I bambini, di chiunque siano, vanno tutelati.
Bene faceva tua madre a perseverare.
E bene ha fatto a farlo davanti a te. Cosi' che potessi apprezzare (nel senso stretto del termine, nel dare valore) le cose. Distinguerle. Valorizzarle.
Ciao Piccola.
Un bacio

Anonimo ha detto...

Es imposible ignorarlos, y a veces

falta amor, falta amor, falta amor...