martedì 9 ottobre 2007

Le parole

Le parole spesso conducono un gioco tutto loro. Fanno assaporare la leggerezza di un desiderio del tutto inespresso, fanno canticchiare d'allegria un parte di noi chissa' in che cosa distratta, hanno una loro - mi dice la sconosciuta - Potenza, che io, nel mio lessico sfrontato, ho chiamato Potere. E' vero: potenza e' come una forza benvola, amica. Potere è maschera, non si sa che cosa rivelera', se distruzione o costruzione. Se morte o vita.
E le parole, oggi, mi han condotto per mano, una mano stretta attorno a quella di uno sconosciuto, che saluta con dignita, ironia, e senza esitazione, con dolore minuzioso, una "Bella Persona"...Anche queste sue parole, cosi' sommesse e cosi' cariche di pieta', cosi' umane e delicate, cosi' generose, sono entrate nella mia giornata. Di convissuto. Di quel dolore misto a malinconia che mi dice, ad esempio, che oggi era, sarebbe stato, il compleanno di nonnina. Che ironia della sorte, e' pure l'anniversario della dipartita di nonnino...Una vita, quella di nonna, a ricordare, semmai gli eventi l'avessero distratta, che ad ogni arrivo c'e' una partenza, ad ogni nascita un lutto...Cosi', quando, dal 65 in poi, arrivava il 9 ottobre in casa di nonna si stava a mezz'aria...sospesi tra l'evento gioioso da festeggiare, il suo compleanno, e l'evento luttuoso da commemorare, la morte di nonno, suo consorte.
Dopo qualche anno, almeno da quando i miei ricordi si fanno piu' nitidi, erano gli ultimi anni 70, la festa di compleanno ebbe il sopravvento. Ed io credo col benestare di nonno, che da qualche parte, finalmente, tirava pure un respiro di sollievo, perche', semmai gli fosse venuto un senso di colpa per essere morto nel giorno di compleanno di sua moglie, ora poteva stare nuovamente tranquillo!
Tempo di Parole. Cariche e inespresse. Ce le ho li', ma non sono ancora dette. Lasciate a decantare, come vino rosso ad ossigenarsi, in attesa di una bella bevuta..
Ma le parole non dette...sono gia' parole?

Buon compleanno, Scurilla.
Un abbraccio, nonno caro.
Vi amo sempre.

17 commenti:

Anonimo ha detto...

Le parole non dette sono forse l'attesa e il desiderio. Sono quelle che t'aspetti ma che non arrivano.

Anonimo ha detto...

Le parole che solo possono essere pensate perchè per amore indicibili sono già parole.

TIA LORI ha detto...

Quasi che per compiersi la parola non abbia bisogno d'altro che di se stessa?
Quindi la parola e' anche pensiero...

E quale parola è "indicibile per amore"?

Anche il tuo nome e' indicibile, Anonimo?
E sei sempre lo stesso anonimo?

Anonimo ha detto...

Devono rimanere pensieri tutte quelle parole che per umana pietas, per amore sentiamo di non poter dire. E questo perchè portatrici di verità talvolta sconvolgenti, troppo fort.
Verità che devono riamenre nel nostro cuore, nella nostra anima. Verità che possiamo condividere solo con chi non è destiantario dei quelle parole.

S.
lo stesso anonimo del comemnto 2

Anonimo ha detto...

del tuo post non ho capito bene il passaggio che trascrivo
"hanno una loro - mi dice la sconosciuta - Potenza, che io, nel mio lessico sfrontato, ho chiamato Potere"

TIA LORI ha detto...

Apprezzando il sottile ma netto confine tra Potere e Potenza, scelgo, come suggerisce la sconosciuta, la seconda, poichè meglio raccoglie della 'portata' delle parole. anzi, scriverebbe lei, della Parola.
Un linguaggio sfrontato è per me quello che nel tentativo di togliere i lacci in realta rischia di mettere limiti...

Buongiorno, S.

Anonimo ha detto...

scusa se insisto ma è di questa sconosciuta che non capisco

S.

TIA LORI ha detto...

...Una donna che non conosco, che ha delle parole un concetto affascinante, mi ha fatto riflettere con piacere sulla Potenza, piuttosto che Potere, della Parola...

Anonimo ha detto...

Tempo di Parole. Cariche e inespresse. Ce le ho li', ma non sono ancora dette.

Questa volta ho rubato io...

Melogrande

TIA LORI ha detto...

Questo, caro francesco, è un furto che mi piace tantissimo!
Il Melogrande è carico di frutti anche quando sono gemme...

Anonimo ha detto...

non è, perdonami, che la parola sia pensiero: è che innanzitutto il pensiero, prima di ogni fonazione o segno scritto, è unicamente costituito (anche nel caso delle immagini)da parole che cercano, senza ancora averla trovata eppure avendola intuita, Parola. La cercano nel loro attimo presente con sguardo rivolto all'indietro più remoto e all'avanti più osabile. Anche a me il tuo Melogrande suggerisce immediatamente qualcosa, un frammento di Saffo, che è stato variamente tradotto, ma di cui scelgo una sola specifica traduzione, non perchè mi sembri la più "esatta", no: perchè mi sembra la più prossima alla Parola.

"Come la meladolce rosseggia lassù, sul ramo alto, il più alto, sfuggita ai coglitori; non è sfuggita, no: non l'han saputa cogliere"

TIA LORI ha detto...

Centro.

Anonimo ha detto...

Di suggestione in suggestione a me è venuto in mente Montale:
"Non chiederci la parola che squadri da ogni lato/l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco/lo dichiari e risplenda come un croco/perduto in mezzo a un polveroso prato."
E' ben strano, per chi a usare le parole è abituato, delle parole sperimentare l'im-potenza, l'incapacità di esprimere. Eppure ci sono momenti luminosi in cui a quell'inadeguatezza non vorrei mai rinunciare...

pollon ha detto...

Le mie parole non dette nascondono, il più delle volte, l' imbarazzo e un po' di vergogna. La paura di esternare uno stato d' animo che, razionalmente, non ha ragione di esistere, ma che, istintivamente, si impadronisce di me.

TIA LORI ha detto...

Dette, le parole diventano l'articolazione dei pensieri di chi le ascolta.
Quelle non dette, forse, o almeno, restano accudite in quell'inespresso (anche d'im-potenza)che mantiene intatto il loro segreto originario.
Dette o non dette, pero', possono ingannare. per l'uso o non uso che se ne fa.O non se ne fa.
La Parola, come scriveva la sconosciuta, ha il suo inappellabile senso, che non e' il senso della nostra emotivita'.
Le parole mi confondono.

Anonimo ha detto...

A mo' di premessa, ma fuor di accademia: non si darebbe alcuna im-potenza per nulla che non fosse, anche, e nei termini di una co-appartenenza, capace di "potenza". Così per le parole. Che meritano anche indulgenza se e quando ritenute "inadeguate". La meritano a patto che il loro cammino, che ha un lontanissimo inizio, sia illuminato dall'ascolto. Forse stiamo parlando, più che di parole, di vocaboli. Lasciamoli perdere: quelli hanno e si limitano ad avere una loro utilità. Punto. Le parole, per come qui vengono carezzate o prese a pugni, sono altro. Questa è la consapevolezza che a me importa. Che poi siano inadeguate, che altro potrebbero essere? Non farebbero più alcun problema, non ci terrebbero inchiodate/i a quello che è, anche, il loro fascino o il loro ineludibile ri-chiamo. Va da sè che se poi dico "La Parola", devo anche superare il pudore e aggiungere che sono, personalmente, prossima al divino.

TIA LORI ha detto...

A sorpresa, sconosciuta...Bentrovata!