sabato 24 novembre 2007

Notti lucine ed ombre

I corridoi in penombra sembrano vicoli dove di notte non ci va nessuno:silenzio, ombre, tutte le sedie a rotelle "parcheggiate" a bordo del muro, il ronzio delle lucine al neon si confondono con quelli dei respiratori che ribollono d'ossigeno e acqua. Silenzio.
In un posto cosi', specie di notte, si perdono i connotati del "normale" per entrare in una dimensione eccessiva, fatta di culi scoperti, di tubi, di sacchetti di pipi lasciati penzolare dove mai ci sogneremmo in altre condizioni, puzza che arriva a sorpresa quando si passa davanti al carrello dove le operatrici buttano i pannoloni usati dai degenti, in quegli ammorbanti sacchi neri chiusi poco bene.
Mentre mio padre dormiva tranquillo della mia presenza, io rinunciavo ad una notte di sonno concentrandomi ora su quegli "Amabili resti" ormai alle ultime pagine, ora sul lavoro a maglia appena iniziato.
Mi distraeva pero' l'uomo del letto a fianco. Parlava in un modo incomprensibile con qualcuno che non c'era, si toglieva le lenzuola da dosso, lasciando visibili e suoi "poveri resti", scarni, bianchi, avvizziti, da cui partivano tubi e tubicini evidentemente fastidiosi.
Con pudore e imbarazzo lo ricoprivo, esortandolo a riposare.
"Non voglio dormire, voglio andare via"
"Dopo andiamo, ma ora riposa, hai ancora un paio d'ore, puoi riposarti intanto, no?"
(perché' poi gli davo del tu?segno di amicizia o di superiorità'...?)
"Come ti chiami?", gli domandavo, sfidando la sensazione di trovarmi davanti ad un povero vecchio oramai smemorato.
"Di nome o di cognome?" di rimando, lui.
"...Tutti e due!"
"Franco..." e poi accennava al cognome che non arrivava alle labbra
"Non importa, basta il nome...Quanti anni hai Franco?" e intanto gli rimboccavo il lenzuolo
"....mmh -sembrava non respirasse-...ottanta...ottantadue..."
"Li hai già' compiuti?"
Lui, voltandosi dall'altra parte, e parlando con l'invisibile persona accanto, sussurrava "...Curiosa, eh, 'sta qui..."
"Si', sono curiosa Franco, ma se preferisci dormire anziché parlare...Va bene lo stesso..."
"9 luglio...Eh, il nove luglio"
"E..chi e' Marisa?" rifacendomi al nome che ogni tanto chiamava.
"E' Marisa..."
"Tua moglie?"
"....si. Andiamo via."
"Ok, pero' prima riposa un po'".
Lui alzava gli occhi al soffitto e a me sembrava di vederlo morire.
Stava in apnea, con gli occhi socchiusi.
"Ehi, Franco!"
Si voltava, mi guardava, sembra perplesso...
"Scusa...scusa, dormi ora".
Guardavo i suoi lineamenti. Lo immaginavo con un passato, una vita di impegni, di affetti, di incazzature e soddisfazioni, di lutti, di pensieri, di amore, di famiglia, di passioni e amici...Ora qui, in questo posto dove la normalità' e' altra cosa, era solo un moribondo, con un respiro che rantola in gola in attesa di saltare fuori dalla bocca.
Ero concentrata sull'immaginarmi la vita di Franco, domandandomi se la vecchiaia spesso rende smemorati e svalvolati per non dare consapevolezza, per immunizzare da ciò' che realmente succede, "stare per morire". Allora mi riconcentravo sulla vita, e sul suo senso profondo, da cogliere finché si e' lucidi e presenti ad essa.
A quel punto...un boato!
Una specie di scherzo di carnevale enorme, incomprensibile e improvviso..
Una scoreggia incredibilmente disumana e irreale, proveniente dal terzo letto, dove dormiva beato un terzo ricoverato.
"OHHHII!!ALLELUIA!" dico alzando la voce.
Silenzio.
Perplessa io. Stupita.
Ho smesso di filosofeggiare tra i miei pensieri e m'e' venuto da ridere...

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Lori, questo pezzo è proprio bello. Dolce fino in fondo e poi, proprio sul fondo, una bella risata di quelle che ti fai con gli amici di fronte al mare una giornata d'estate...

TIA LORI ha detto...

Sei gentile e ti diro'...una bella risata di fronte al mare...Che meraviglia!Davvero un'immagine spensierata e carinissima.
Grazie S.!

pollon ha detto...

Ho sempre ammirato le infermiere: per la loro allegria ed esuberanza, nonostante l' ambiente susciti il contrario. Riuscivano sempre a strappare un sorriso a mamma...e allora sorridevo anch' io.
Ciao.
Un bacio dalla tua piccola combinaguai!

TIA LORI ha detto...

Che cosa hai combinato???
Ciao Piccola Pollon, un bacio anche a te. Le infermiere? Sottopagate, sante, spesso incxzzxz e malgrado tutto sorridenti.
Che fine hanno fatto le suore infermiere? A me consolavano. Al di la' del credo religioso.
Bacio.

Anonimo ha detto...

Ho letto solo ora il tuo post e, al di là della poesia e della risata liberatoria finale, spero che il tuo papà stia meglio e che non abbiate avuto motivo di restare a lungo in ospedale.
Ti abbraccio

TIA LORI ha detto...

...E' ancora li'.
E' che ho la strana abitudine di vedere e immergermi ogni volta nel luogo in cui mi trovo. E guardare a quei momenti in modo nuovo, asettico ma pure umano, un po' mi distoglie dalle private angosce.
Anche io mi auguro che mio padre vinca la sua paura.
Cosi' io supero la mia.
Ciao dolce Melanzina.

Anonimo ha detto...

Ho passato diversi (troppi) giorni della mia infanzia in ospedale con mia madre ricoverata. Ora sta bene. Però all'ospedale, e ai medici, sono diventato allergico, è un posto che mi mette un'ansia soffocante.
Sul finale la liberatoria pernacchia alla sventura riporta allegria.
Vi auguro un sereno ritorno alla quotidianità casalinga.
Un abbraccio

TIA LORI ha detto...

Il ritorno alla quotidianita'...E' proprio cio' che desidero fortemente. Grazie Carlo, sconosciuto amico, che pur non conoscendomi, mi conosce.
Buona notte.

Anonimo ha detto...

Spesso leggo i tuoi pensieri senza commentarli.Per esempio questa "storia" piena di dolcezza e vita vissuta l' ho letta piu di una volta.
Ecco che finalmente riesco a commentarla anche se sto commentando il mio modo di essere e fare e in parte la "storia".
BHO..Chi mi capisce é bravo...

ps: domani comincia a Lyon la fete des lumière.Ti ricordi che bella..?
e già passato un anno...già un anno o solo un anno?Sarei piu propenso a dire solo.In questo anno ne ho combinate di cose.
Un abbraccio grande.

TIA LORI ha detto...

La ville Lumiere! Oh....che meraviglia! Le luci di Lyon...? Spettacolari! Se solo le avessi viste, mi sarei di certo innamorata di quel tripudio di colori!
Eh gia'...Un anno e' ormai passato, era il 10 dicembre (tuo compleanno e mio onomastico!!), peccato che qualcuno era ubriaco come una cucuzza!
So che hai fatto tante cose, in questo anno, ma i veri abitanti del mondo, caro Buenaonda, girovaghi tanto del cuore e sentimenti quanto della polvere sotto le scarpe, non si fermano mai, non lo sapevi?
Sto aspettando che abbiate la vostra casa cosi', finally, potro' ammirare Lyon e se non saranno le luminarie, ci sara' la luce splendida di una mia (pro) nipotina che mi irradiera' l'anima!
A bientot, mon p'tit!