sabato 10 novembre 2007

Sabato mattina

In auto, al mattino. Senza fretta guidare nel traffico del sabato mattina, quello della spesa nei mercati rionali, quello delle commissioni "per le cose di casa". E' diverso da quello dei giorni infrasettimanali perche' quello e' piu' caotico, e ha il suo picco massimo tra le sette e un quarto circa alle otto e mezza (sembra che tutto il mondo si sposti a quell'ora). Invece, al sabato, le macchine sembrano andare adagio per poter guardarsi intorno. E i pedoni tutti intenti a guardare fin dove arrivano i loro pensieri, li' davanti, e non ai semafori verdi o rossi. A me piace. Perche' non c'e' fretta. Cosi' come non ce n'e' nei miei movimenti. Non ho infatti fretta di arrivare e posso guardarmi intorno, sentirmi dentro a quel momento, tutta intera. A cominciare dall'ascolto del giornale radio...La voce dello speaker radiofonico è unica. A casa ho due stereo compatti (uno in cucina, uno in bagno) che accendo tutte le mattine; ma non posso fare a meno di accendere anche quella radiolina (vinta coi punti del Mulino Bianco) li' sul como' o nell'ingresso, perche' la voce che esce da li' e' tutta un'altra cosa. Mi rimanda ad altri tempi, forse a quando la domenica pomeriggio i miei ascoltavano "Tutto il calcio minuto per minuto" (ta tan..ta tan....tarattataaa...tatarara..) e l'aria della domenica si impregnava cosi' (anche nei miei ricordi) di quel gracchiante suono da cui provenivano voci alternanti da un campo di calcio all'altro di tutt'Italia e mia madre e mio padre attenti, concentrati sul quella schedina della speranza a segnare i risultati mano a mano che cambiavano...
La radio diffonde parole senza bisogno d'essere guardata, le immagini le costruisco io, mentre gli occhi indugiano sui colori di quest'autunno cosi' straordinariamente accesi e caldi. C'e' il sole. Ieri c'era il vento: potente e improvviso, ha spazzato via ogni tentativo di nuvola, restituendo un cielo terso e azzurro che si possono contare con minuzia le cime delle montagne tutte intorno laggiu'. La nevicata di foglie arrugginite di ieri si e' fermata lungo i bordi delle strade, coprendo in parte anche i marciapiedi, le poche panchine ancora libere, gli angoli delle case...
Vedo le bancarelle, da quella dei fiori, piena di piantine di erica, a quella "tutto a un euro" piena di ogni cosa, le signore con le borse a rotelle che si fermano, toccano, guardano, ritoccano, colori su colori, movimento, mentre la voce in auto mi parla di Perugia, poi del costo del barile di petrolio...
Io guardo il cielo, c'e' un sole davvero caldo. E luminosissimo. Arriva di taglio, trapassa i rami degli alberi del controviale, su cui procedo, e scalda le mie mani. Poi giro e me lo trovo davanti, viene voglia di chiudere gli occhi.
Mi accosto un attimo, di fianco al chiosco del giornalaio.
"Vuoi il giornale?"
Dopo un attimo ho LaRepubblica sul sedile accanto, e sono dinuovo in auto.
Arrivo fin li', poso il giornale, un ultimo abbraccio e via.
Un sabato pieno di sole.
Dentro.
Fuori.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ti auguro una domenica "tersa" e "luminosissima" come il cielo, i tuoi occhi e il tuo cuore ieri.
Un abbraccio limpido

TIA LORI ha detto...

Grazie dolce amica mia.
Di cuore.

Anonimo ha detto...

Bentornata Scatolina.
Ancora una volta leggendo mi é venuto uno strano prurito al naso...
Un bacio
Buenaonda

TIA LORI ha detto...

besos.Mucho besos.
TIALORI