martedì 3 luglio 2007

Persempre


La luce del tramonto, ad Est, lungo la linea frastagliata delle montagne, filtrava dalla finestra della mia cucina, dal piccolo balcone. Quasi un invito ad affacciarmi, ad andare a guardarla. Lo facevo. Ogni sera era uno spettacolo diverso. In autunno e in inverno, un riverbero di luce iridiscente danzava tutto intorno e immezzo ad essa un albero. Un albero vecchissimo, coi rami contorti, fitti fitti. Un albero di caki. I suoi frutti ampliavano la luce del tramonto che sembrava, a quel punto, partire proprio da essi giungendo sino a me. Era, per i miei occhi, l'albero stesso il tramonto...

L'altra sera, quasi a ricordarmi che nulla dura per sempre, al suo posto non più quei rami e le foglie...No. Solo un buco. Un vuoto. Fu come se mi avessero rubato il tramonto. Il mio tramonto.

Poco fa, incontrando il nuovo proprietario di quel giardino, gli ho domandato dove fosse quell'albero di caki. Mi ha risposto che lo ha trapiantato in riva al lago.

"Qui mettero' gli alberi della mia vecchia casa", ha aggiunto sorridendo.

Già, anche lui è affezionato ai suoi orizzonti...

Sono felice che il mio albero ci sia ancora, che i suoi i frutti arancioni e caldi continueranno a rosseggiare, anche se non sarà più per me, specchiandosi ora nell'acqua calma di un lago. Allora il "persempre" esiste davvero.


Avrei voluto farvelo vedere, ma non so se da qualche parte ho una sua foto. Ne ho trovata una, in rete, di un albero che al mio assomiglia davvero tanto...

7 commenti:

aon ha detto...

forse l'acqua in cui mi sto specchiando io non è poi così calma
anche il mio cane lo percepisce così tanto da litigare e non accettare il gattino che inerme ha paura
sarà un' inquietudine generalizzata di chi perde l'orizzonte

TIA LORI ha detto...

Sarà.

Anonimo ha detto...

..Apollo vide Dafne, una ninfa che correva libera e felice nei boschi e se ne innamorò. Voleva possederla ma la ninfa lanciò un grido "Terra, spalancati, aiutami, salvami!". L’appello fu accolto. "Subito un torpore invade le sue membra, il morbido petto è chiuso in una sottile corteccia, i capelli si allungano fino a divenire fronde, le braccia rami; i suoi piedi, dapprima così veloci, sono inceppati in radici inerti". Dafne diventa un alloro, la pianta da allora in poi sacra al dio.

Le radici sono la salvezza di Dafne.

Ogni volta che leggo di un albero strappato ai suoi orizzonti per essere trapiantato altrove, mi assale la tristezza. E immagino la sua lotta disperata per non essere spazzato via. Per conservare le sue radici e rimanere dov’è sempre stato. Per continuare ad esistere.

TIA LORI ha detto...

Spero che continui ad esistere (anzi, ne sono certa) anche lì dov'e' ora...Forse avrà lottato per non andare via, forse avrà già fatto amicizia con quella riva del lago che lo ha accolto...
Continuerà a manifestarsi con tutta la sua dolcezza, e i colori dei suoi frutti rossi e arancioni. Con tutti i colori del tramonto. Il mio tramonto ora brillerà sa un'altra parte. Anche se lontano da me, anche se non per me, sarà. E questo mi rende meno triste.

pollon ha detto...

Ha solo cambiato casa, lo facciamo spesso anche noi, l'importante è che continui a vivere.
Il tuo albero di cachi mi ha fatto ripensare ai miei nonni, ne avevano uno in giardino. L'albero c'è ancora ma loro no, da più di 10 anni, e i ricordi pian piano svaniscono. Ma a volte basta un particolare e tutto torna a vivere in te...

Anonimo ha detto...

Forse sarà così ma conserva un rimpianto per quei luoghi tanto amati dai quali è stato strappato via. Ma non per sempre. L'albero che immagino è un inguaribile ottimista.E sognatore.

TIA LORI ha detto...

"Ma non per sempre. L'albero che immagino è un inguaribile ottimista.E sognatore." Non farti predenre dalla tristezza, allora. I sognatori non muoiono mai.
Ciao Anonimo.
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