martedì 17 luglio 2007

...Mi dipingevo le mani e la faccia di blu...

Stanotte ho sognato di volare.
Ero in una specie di mongolfiera - anche se non sentivo l'aria sul viso - che si staccava dalla bifora del campanile e viaggiava verso la città.
Guardavo fuori, vedevo il verde degli alberi e il cielo terso d’una giornata bellissima.
Volare...
Una sensazione che ha per me valori contrastanti. Sembra che mi parli di libertà e di “slaccio”, mentre mi ricorda l’instabilità e il disequilibrio. La percezione di essere sospesa, di non poggiare sui piedi o di non avere la terra che mi sostiene, ma...l’aria. Fiuuu!
Ogni tanto, nel cielo sopra la mia casa, vedo volteggi e “giri della morte” di caccia militari in collaudo. Un nodo alla bocca dello stomaco per il rumore assordante e per quella che mi sembra, da una parte, una danza pericolosa, ma dall’altra, una sensazione antigravità che penso - per chi la prova - sia qualcosa di indimenticabile!
Volare...Un po’ come staccare dalla realtà che tiene i piedi in un quotidiano vivere, che gratifica e consola. A tutto vantaggio di una sensazione fatta d’aria, inconsistente eppure reale, da guardare a bocca aperta, come bimbe davanti ad un cartone animato, o ad un clown, o davanti ad un gioco.
Svincolati anche dal proprio corpo, oppure – ed è una vera magia – guardare alle cose comuni da una prospettiva così diversa tanto da farle apparire “altre”. Un albero visto dall’alto e non dal basso...Una nuvola vista da dentro e non da sotto, i tetti, le vie come arterie d’un corpo, il mondo là sotto, mai percepito cosi’...

E’ da un po’ che non mi succede più, ma ricordo nitidamente una cosa che mi capitava: riuscivo a volare con la mente, al punto di percepirmi altrove, guardando le strade, che percorrevo mentalmente, proprio dall’alto, coi loro colori, i panni stesi fuori dai balconi, le piante, la gente che passava...Tutto come se stessi realmente volando. Era come se d’improvviso fossi diventata un uccello. Era bellissimo.

Stanotte ho sognato di volare. Avevo paura e incanto insieme. Attrazione e sgomento. Una lotta tra estremi che è la lotta stessa tra la vita e la morte, tra le stesse pulsioni di vita e morte, quell’Eros e Thanatos il cui abbraccio abita dentro ognuno di noi. Fortuna che alla fine prevale il principio del piacere. Allora mi godo il panorama. E il viaggio.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho sognato poche volte di volare ed è una delle sensazioni più belle che abbia mai provato. Fluttuare senza peso nell'aria... Ho sempre provato una fortissima attrazione per il vuoto. Quand'ero bambina, nel portone del palazzo in cui abitava mia nonna, c'era una finestra enorme con un grande davanzale in pietra, pericolosamente basso; passavo pomeriggi interi seduta su quel davanzale, con le rondini che mi sfrecciavano vicinissime e con la convinzione appena frenata dalla paura (meno male...) che mi sarebbe bastato un saltino per volare anch'io come loro. In fondo non ero lontanissima dalla (mia) verità: sono ancora convinta di essere dotata di ali, anche se ogni tanto dimentico di usarle ;)

TIA LORI ha detto...

sono i piedi per terra e la gravità che distraggono...