venerdì 18 maggio 2007

"1911 Classe di Ferro" così diceva tuo nonno

18 maggio 1911 Buon compleanno nonno, ovunque tu sia.

LA MONTAGNA

Ho visto la montagna
quest'oggi
dal piazzale del supermercato
mentre la borsa della spesa
pesava nella mano
candida e dolce nei colori
troneggiava
sul quel misero sky line
che di metropolitano
ha solo gli aerei rasotetti...
Ho preso una bottiglia
d'acqua
e l'ho aperta
mentre mille bollicine anidre
mi lavavano la mano.
Ho bevuto un sorso
per allontanare
la puzza della strada...
E riguardavo la montagna laggiù,
in trasparenza
con la coda dell'occhio.
Sembrava mi guardasse anche lei.
Sembrava
con la voce del vento
portarmi un sorriso
pietoso caro malinconico...
Mio nonno forse.
Mio nonno è quella montagna
solo vino buono
altro che bottiglia
di acqua
di plastica
di bollicine finte.

Buon compleanno, nonno amato.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Bella, affascinante e in questo caso nostalgica la Montagna...Bienvenida en esto nuevo mundo, il mondo dei blogger.
Ma dov'eri al Penny a fare la spesa?Mi immaginavo...
Un beso

TIA LORI ha detto...

Puedo pensar
puedo escriver
puedo amar lo que yo amo.
Tu tan bien!
Merci pour ton Bienvenue,
j'attende de toi revoir...
Ou' tu es?
Con amore.
TIA LORI

Anonimo ha detto...

Parla di saudade la tua poesia.


"Saudade... lo struggimento che accompagna un ricordo bello ma finito. Saudade di persone lontane o scomparse, saudade di situazioni già vissute, di giorni che non potranno più tornare... Anche se legata ad eventi gioiosi, è triste, la saudade. Amalgama e nutre il nostro tessuto interno, fatto di tempo. Unisce gli esseri umani tra di loro. Non esisterebbero cultura e tradizione, se non esistesse la saudade. Non guarda il futuro, ma non è neanche il semplice passato, la saudade: è qui, ora, dentro di me. È la forza che mi porterà a tradurre il mio passato. Senza saudade, come tornare ai giorni dell'infanzia, come mantenere vive le persone il cui respiro non posso più sentire? Solo con la saudade posso ricreare la terra lasciata. È la saudade che dà un senso al buio"

Christiana de Caldas Brito.

Un abbraccio.

TIA LORI ha detto...

Hai scritto: "Senza saudade...come mantenere vive le persone il cui respiro non posso più sentire?"

Già...E' quella sottile nostalgia che parla al cuore con parole dolci, carezzovoli, dolenti e amate insieme.Il ricordo di un nonno che...non ricordo, se non nelle parole degli altri, nei racconti che hanno fatto di lui il mio 'eroe'. Non voglio sapere delle sue debolezze, delle sue mancanze...E anche se le conosco non hanno importanza. A me piace pensarlo con la chitarra tra le braccia, chitarra che ho imparato a suonare senza sapere che fosse anche la sua passione, mi piace guardarlo in quella foto a cavallo di un appaloosa..I suoi occhi non ridevano mai, sempre un po' tristi...Chissa' perche'...Lo guardo nella foto nel mio portafoglio e penso che i ricordi di lui, che ho costruito dentro me, mi abbiano tenuto piu' compagnia di qualunque vicinanza, perche' so che per un po' di tempo mio nonno mi ha tenuta stretta nel suo abbraccio.