domenica 27 maggio 2007

Un sabato di sole

C'era il sole quel giorno
un sole abbagliante
sulle strade sulle cose sulle case sulle automobili
che rallentavano la sua corsa verso il centro.
La' stava andando.
C'era il sole lungo corso Valdocco
La nonna col nipote e le buste della spesa
La ragazza di colore e la scelta delle scarpe
Un signore con la pipa la guardava.
Di sabato c'e' un sacco di gente
nel mercato che rallenta la sua corsa verso il centro.
La' stava andando.
C'era il sole nel suo sorriso
Un sole abbagliante
Lo tenne a mente
tutto il tempo
tutto il tempo per non dimenticarlo mai
Lo tenne con il numero del bancomat
e la lista della spesa.
C'era il sole nella sua mente
Lo tenne sul como' in autunno e in inverno
per guardalo prima di dormire
C'era il sorriso sulla sua bocca
prima di dormire
Un mattino come altri
rimise i pensieri nella sua testa
ma non vide piu' il sorriso.
Al suo posto sul como'
solo lacrime non sole
Il sorriso non c'era piu'
al suo posto sul como'
solo lacrime.
Da sole.
Restarono.
Al mercato in primavera
non vendono sorrisi
solo frutta scarpe e pipe dei signori
Non sorrisi.
"Si richiudono nei gusci"
come le perle, penso'...
Con gli occhi chiusi
dalla mente riprese quel sorriso
da dove l'aveva tenuto
assieme al bancomat e la lista della spesa.
Il sorriso ritorno'
il sole ritorno'.
Resto' con gli occhi chiusi per mille anni ancora.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Una bellissima poesia,complimenti!!!CIAO.
Claudio

TIA LORI ha detto...

grazie, fratello di cuore.

Anonimo ha detto...

Come sempre le parole riescono a diventare musica...come sempre sai arrivare al cuore...SAM

Anonimo ha detto...

anche a me piace molto quello che hai scritto...

cordiali saluti!!!!!! :-)

TIA LORI ha detto...

Sam, riesco ad arrivare nei luoghi dove mi e' consentito stare...Lasciami li' tuto il tempo che puoi.
Ingrid

TIA LORI ha detto...

Ogni promessa e' debito, eh?

Rimanendo in attesa di un suo gentile riscontro, porgo distinti saluti...

(ed ora...prova a stupirmi)

Anonimo ha detto...

"...queste sono ciò che io chiamo pratiche e frequentazioni appropriate.facendo attenzione a queste due regole si può predicare in modo pacifico.non dibatta di dottrine superiori, medie, o inferiori, del reale o dell'irreale. inoltre non faccia distinzioni dicendo questo è un uomo, questa è una donna. non cerchi di afferrare i fenomeni, di capirli o di vederli. tutti i fenomeni sono vuoti privi di essenza, senza un substrato permanente, privi di origine o di estinzione. questa io chiamo la posizione cui aderisce la persona saggia. dal disordine derivano le distinzioni, che i fenomeni esistono , che non esistono, che sono reali , che sono irreali, che nascono , che non nascono. accomodatevi in un ambiente tranquillo, imparate a placare la vostra mente, rimanete quieti, immobili, come il monte sumeru. contemplate i fenomeni privi di essenza, come uno spazio vuoto, quasi fossero privi di stabilità e solidità, non nati, non sorgenti, non in movimento, non in regressione, costantemente dimoranti in un'unica forma: questo è ciò cui bisogna avvicinasi.allora saranno privi di timore e di timidezza, allora la sua mente sarà serena , libera dal timore e dalla timidezza."

III secolo d.c. shakyamuni

un cadeau pour toi.

la ragazza delle arance

TIA LORI ha detto...

Contemplare i fenomeni quasi fossero privi di stabilita'...
E' difficile, sai? Perche' siamo alla costante ricerca (innaturale peraltro) di quella stabilita' che ci garantisca l'immortalita'..Quasi che la nostra stessa anima avesse un tempo, una bocca, le gambe le braccia e occhi e naso...Quasi che si abbia paura che senza la stabilita' il nostro mondo si sgretoli. Un po' e' cosi', ma solo un po'. Se fossimo tutti piu' attenti al divenire e tralascissimo la ricerca del consueto, a tutto favore dell'impoderato e dell' "altro", quanto sarebbe tutto piu' emozionante e dinamico. Il monte Sumeru che cammina verso mete sconosciute!
Grazie, ragazza delle arance.
Cerchero' di liberarmi dal timore...