domenica 3 giugno 2007

Le donne che cambiano


...che cambiano il mondo.
Non ce n'e' mai abbastanza per loro. Riconoscimenti? Pochi, pochissimi, a volte dalle stesse inventati. Pazienza? Tanta, immensa, come immenso e' il sacrificio continuo. Perdono. Chiudono spesso anche il terzo occhio, pur di non vedere l'abissale discrepanza. Vitalita':insuperabile.La forza della vita sta tutta nel loro grembo. La forza e' femmina.Come la lotta. Come la conquista.
Quanta strada ancora da percorrere...Quanta gia' percorsa...
Ho cercato e trovato in questa lunga, contraddittoria, tragica storia per la conquista della liberta' e del diritto alla liberta', una donna, la cui memoria mi va di rinnovare: Emily Davison. Era il 1913, con lei il movimento londinese delle Suffragette, che avrebbe posto le basi per il movimento femminista, ha avuto la sua prima martire:si getto' pe protesta sotto la carrozza reale durante un affollato derby e rimase uccisa.
In Italia, il movimento per l'emancipazione della donna, con Anna Maria Mozzoni e Anna Kuliscioff, abbraccio' quello operaio e socialista fino a quando, con il congresso delle donne, indetto nel 1908 a Roma dal Consiglio Nazionale delle Donne, nacque il Suffragismo Femminile Italiano e con esso la proposta del 1919 per estendere alle donne il diritto di voto.
Proposta spazzata via insieme alle istituzioni liberali dall'avvento del fascismo.

Quasi 30 anni dopo gli italiani vanno alle urne per decidere le sorti del Paese: Repubblica o Monarchia? Serviva un rinforzo. Come non guardare, allora, a quell'affollamento di anime senza diritti con interesse?
Consapevoli certo di una opportunistica concessione (abituate da sempre a farsi bastare il poco, pur di non perdere un'occasione), la loro partecipazione al voto si sarebbe sentita...Eccome! Le donne entrarono per la prima volta in un seggio elettorale da partecipanti. Era il 2 giugno del 46. Sedici giorni dopo nacque la Repubblica Italiana. Una figlia delle donne.
La madre della Repubblica e' stata infatti quel fiume di 12 milioni 998mila 131 donne, oltre il 52 percento dei votanti, che sembrava non aspettasse altro che manifestare la sua irrinunciabile, imprescindibile partecipazione alla vita del Paese, alla societa' di cui faceva non solo parte, ma la parte piu' preminente...E finalmente lo dimostro'.
Anche la regina, da donna, ebbe il suo diritto al voto. Decidendo che non sarebbe stato elegante votare per il marito (una regina e' sempre una regina...), scelse Giuseppe Saragat, mettendo la croce sul simbolo del Partito Socialista per la Costituente.
Nel giugno del 96, al "Il Messaggero", confido' che non voto' per il socialismo ma per il 'sociale'.

Donne, donne, donne.

Peccato che spesso siamo noi stesse a credere di non essere mai all'altezza...Io da qualche tempo ho deciso una mia personale 'crociata'. A parita' di condizione, scelgo una donna. Cosi' per l'osteopata (ce n'erano 3 diversi nello studio, tutti preparati e di cui tutti parlavano bene. Scelsi lei), cosi' agli sportelli della posta, della banca, a teatro, fino a rendere questa condizione prevalente soprattutto sull'esercizio del voto.

Sono di parte?
Decisamente si'. Sono fieramente una di loro. E non c'entra nulla essere contro agli uomini e lotte sessiste, ecc...No. Io sono CON le donne. Testardamente, a volte, difficilmente, altre ancora, ma tenacemente convinta di essere dalla parte giusta per cambiare.
Perche' le donne che cambiano, cambiano il mondo.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

blala

TIA LORI ha detto...

Blala?
Aiut! Marziani? O acronimo? Bella/Brutta
L'
Altra
Lettura,
Amica....

;-) manifestati!